Locarnese

'La nostra Colombia fra disagio e speranza'

Testimonianza dalla città portuale di Buenaventura dei cooperanti Comundo Virgilio Pohl e Laura Flòrez, dopo due mesi di permanenza

Virgilio e Laura in un 'selfie' da Buenaventura
12 novembre 2019
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«La delinquenza comune è un aspetto che non avevamo sottovalutato, ma che si conferma soprattutto, per noi, come un fattore di rischio quotidiano. Ci spostiamo a piedi unicamente in centro città. Passata l’ora dell’oscurità è necessario riflettere bene su come ci si sposta e su dove passare per tornare a casa». È un estratto particolarmente significativo dal racconto dei cooperanti Virgilio Pohl e Laura Flòrez, a due mesi dalla loro partenza per Buenaventura, dove si trovano sotto la “bandiera” di Comundo per conto della “Fondazione per degli spazi di convivenza e di sviluppo sociale” (Fundescodes). Laura, giovane colombiana residente a Neuchâtel, e Virgilio, locarnese, stanno vivendo in loco un’esperienza che si protrarrà per un anno, rispettivamente 5 mesi.

«Buenaventura è una città della regione del Pacifico colombiano che ospita il più importante porto marittimo internazionale del Paese – ricordano –. Il suo territorio è definito dalla legge colombiana quale “territorio etnico”, in quanto abitata storicamente da comunità indigene e afro-discendenti. Identità, autonomia e cultura fanno di questo luogo un territorio di pace e convivenza. La realtà è tuttavia alquanto diversa». Questo poiché «la concentrazione di interessi economici attorno all’attività portuale, la crescita del porto e dei progetti nazionali per la città, hanno generato dispute e invasioni per il controllo territoriale tra i vari attori sul campo. I gruppi armati, legati alla delinquenza, al paramilitarismo, alla guerriglia, al narcotraffico e allo Stato, controllano i Comuni e i quartieri e gran parte dell’economia locale. Presenti e influenti sono anche i differenti cartelli della droga colombiani e messicani». Un’incertezza che «aumenta il sentimento di paura nella popolazione, poiché si moltiplicano le possibili fonti e i fattori di aggressione e di violenza».

In questo contesto si muovono dunque i due giovani cooperanti. L’archivio di Fundescodes, per cui operano tramite Comundo, «raccoglie più di 250 casi di sparizione forzata di persone, quei “desaparecidos” che scompaiono da un momento all’altro senza che sia lasciata nessuna traccia e che spesso vengono uccisi». Obiettivo di Fundescodes è «promuovere la costruzione di una nuova società, favorendo e accompagnando la crescita e la consapevolezza dei cittadini, la formazione e l’organizzazione di processi collettivi, in base a valori etnici e culturali, per la difesa dei diritti umani e del territorio ancestrale. Fundescodes cerca la costruzione della pace e il rispetto dei diritti umani e collettivi, mira a costruire un territorio libero da ogni tipo di violenza, dove le persone e i processi si sviluppino integralmente ed equamente».

Accompagnamento psicosociale

La fondazione è nata e lavora con le vittime del conflitto, essenzialmente donne e madri alle quali uno o diversi familiari sono stati tolti, scomparsi o assassinati: «Si parla di processi collettivi delle donne, nei quali si generano economie solidali, luoghi di integrazione e occupazione del tempo libero, di apprendimento delle conoscenze e di sostegno alle loro realtà economiche». Ci sono ad esempio un laboratorio di sartoria e una produzione alimentare per eventi sociali. «Tutto ciò si inserisce in un processo di accompagnamento psicosociale, con attività creative e produttive. Ma anche, e soprattutto, con un luogo, la “Cappella della Memoria”, dove possono commemorare i loro cari e partecipare alla creazione della memoria storica. Attraverso le loro testimonianze si costruisce la memoria delle persone e la verità sui fatti accaduti, premessa a qualsiasi percorso di riappacificazione». Laura sta collaborando alla redazione di uno studio sull’impatto e i danni di cui la popolazione di Buenaventura ha sofferto a partire dell’inizio dall’espansione del grande porto industriale, e partecipa al lavoro di influenza e sensibilizzazione operato dalla fondazione, accompagnando la creazione di un nuovo spazio di esposizione legato alla “Cappella della Memoria”. Quanto a Virgilio, sta fornendo il suo contributo nella raccolta della documentazione di un caso di sparizione forzata: la scomparsa di cinque pescatori, partiti a pescare dal quartiere della fondazione, la Comuna 3 di Buenaventura. Inoltre, il giovane locarnese si sta occupando della ricostituzione e della centralizzazione dell’archivio della fondazione.

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