Locarnese

Pezzoli, ritorno a 'Piano City Milano'

Sabato 18 maggio il pianista locarnese interagirà con gli studenti dell’Istituto europeo di design: ‘C’è un’aria speciale, sono felice di esserci di nuovo’

Gabriele Pezzoli (foto Iggy)
17 maggio 2019
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Vive e insegna a Locarno, Gabriele Pezzoli. Tecnicamente, pianisti come lui si definiscono “eccellenze”. Un’eccellenza ticinese che rappresenterà questa terra, ancora una volta – perché si tratta di un ritorno – a Piano City, il meno convenzionale e il più affascinante dei festival di pianoforte. Una rassegna che dal 2012 trasforma Milano in una sala da concerto. Centro città e periferie, parchi e boschi, dalle terrazze dei grattacieli alle case dei privati del capoluogo lombardo ospiteranno complessivamente 50 ore di musica e 400 concerti gratuiti. Notte e giorno. Pezzoli compreso.

In questa edizione 2019, il locarnese condividerà il palco con gli studenti e gli insegnanti dell’Istituto europeo di design (Ied), in quella che si definisce “Performance multimediale per pianoforte, sound e video design”. Il tutto sabato 18 maggio alle 22 dentro il Mare Culturale Urbano di via Gabetti 15, quartiere San Siro. «È un posto che per ora ho visto solo in fotografia», racconta Pezzoli alla ‘Regione’. «Una specie di cascinale in mezzo ai palazzoni tipici della metropoli. Sono molto curioso». Pianista, compositore, produttore, insegnante, Pezzoli fonde jazz, classica e classica-contemporanea, alternative rock ed elettronica, tra i confini svizzeri e fuori di essi, da solo, in trio e in altre formazioni. Il curriculum di tutto rispetto non gli impedisce di provare emozione per questo ritorno. «A Piano City sono già stato nel 2016, in una location tutta particolare. Suonai all’alba sul tetto della Galleria Vittorio Emanuele II. La manifestazione è bellissima, in particolar modo per chi come me è pianista, ma anche appassionato di pianoforte». Roba da prendersi una stanza in hotel e viverla per intero. «E infatti ho preso alloggio a Milano per un paio di giorni almeno».

Ridisegnando il suono

Contento per la proposta, per la collaborazione ed entusiasta per l’organizzazione – «L’aria che si respira è interessante, qui tutto è professionale, sono felice di esserci di nuovo» –, il pianista ci racconta che ne sarà del suo strumento in questa ”formazione” del tutto particolare. «Il pianoforte acustico sarà ovviamente l’elemento centrale. Le classi dell’Ied, quanto al suono, lo microfoneranno trattandolo poi con effetti di elettronica contemporanea. Il risultato sonoro sarà un ibrido tra l’acustico e l’elaborazione elettronica. Gli studenti di video, invece, hanno preparato tre sezioni con le quali andranno a interagire con la musica». Un’esibizione live anche per loro, in tempo reale soprattutto per quanto riguarderà il sound design. «Si tratta di prelevare il suono in totale purezza dallo strumento acustico, non precedentemente trattato. E poi di elaborarlo attraverso software dedicati, ridisegnato a livello di frequenze, loop, filtri, e tutta l’effettistica classica, riverberi, delay, distorsioni».

Una performance viva ed elettrica

Saranno una decina gli studenti a fianco di Gabriele, più o meno equamente suddivisi tra ambiti audio e video. «La mia parte sarà basata soprattutto sull’improvvisazione, così da rendere viva ed elettrica la performance». E in punti prestabiliti, si inseriranno anche le composizioni di Pezzoli (come da album su www.gabrielepezzoli.com). «Abbiamo già provato una volta, ora ci attende la prova generale. Per quel che concerne i contenuti, saranno immessi sul momento». In nome, appunto, della sacra improvvisazione.

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