Locarnese

Al via la battaglia per salvare l'ufficio postale di Bignasco

Pronta una risoluzione straordinaria che Alleanza moderata sottoporrà al Consiglio comunale di Cevio

Ti-Press
9 maggio 2019
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In Vallemaggia si riapre la battaglia per salvare gli uffici postali. Dopo quella vittoriosa (condotta anche dalla popolazione) per lo sportello di Cevio, le autorità locali tornano sulle barricate, per difendere la filiale di Bignasco.

Il gruppo Alleanza Moderata proporrà il prossimo 27 maggio al Consiglio comunale di votare una risoluzione straordinaria che chiede alla Posta il mantenimento dello statu quo e l’introduzione di una moratoria sulla chiusura dei suoi uffici nel territorio di Cevio (di cui Bignasco è frazione) e, più in generale, nell’intera valle. Allo stesso tempo verrà assegnato al Municipio l’incarico di sostenere e difendere con fermezza la posizione espressa dal Legislativo.

La storia della Posta e dei suoi sportelli in Svizzera è lunga e “blasonata”. Dal 1998 è diventata però un’azienda autonoma di diritto pubblico, trasformata nel 2013 in società anonima di diritto speciale, interamente di proprietà della Confederazione, dalla quale ha ricevuto l’incarico di erogare il servizio postale universale. Dal profilo finanziario, nel primo anno dalla trasformazione in Sa, la Posta svizzera ha chiuso con un utile di gruppo pari a 626 milioni di franchi, aumentato a 638 milioni nel 2014 e a 645 milioni nel 2015. Dal 2016 l’utile ha subito un calo a 558 milioni, poi negli anni successivi a 420 milioni e a 405 milioni. Riduzioni, queste ultime, dovute non solo a motivi esogeni imputabili ai mercati finanziari, ma anche a ragioni interne dipendenti dalla vicenda dello “scandalo AutoPostale”.

“Questo è il contesto in cui s’inserisce la presunta necessità di ridurre i costi della Posta – specifica il gruppo di Alleanza Moderata (composto da Marcella Bettazza-Cavalli, Fiorenzo Dadò, Elena Janner, Dorian Mattei, Cleto Mozzetti, Damiano Re, Giona Rotanzi, Dusca Schindler, Ruben Spadaccini, Giorgio Speziale e Daniele Vedova) –. L’azienda pubblica, con un fatturato di circa mezzo miliardo di franchi, ha visto una diminuzione degli utili imputabili a responsabilità proprie e ora intende perseguire la politica del sacrificio del servizio pubblico per incrementare il profitto. Il dibattito relativo allo smantellamento degli uffici è acceso da anni e recentemente il personale di RetePostale Ticino è tornato sul tema, formulando una richiesta di moratoria immediata per la chiusura degli uffici postali alla direttrice del Datec, Simonetta Sommaruga”. E si allinea a questa posizione la risoluzione che verrà sottoposta al Legislativo per la filiale di Bignasco, ritenuta centrale sia in ottica del Comune attuale sia in ottica di possibili aggregazioni future.

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