Locarnese

Spacciava coca: tre anni e 10 mesi, ed espulsione

Accolte pressoché tutte le richieste dell'accusa. La Corte: 'Figura lucida, calcolatrice, che non ha esitato a sfruttare le debolezze altrui a scopo di lucro'

(Ti-Press)
16 aprile 2019
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Tre anni e 10 mesi da espiare, dedotto il carcere preventivo e l’esecuzione anticipata della pena, più una multa di 300 franchi. Le richieste dell’accusa sono accolte, fatta eccezione per la revoca della condizionale su di una precedente condanna nei Grigioni, per altro reato (stradale). È questa la pena inflitta al 25enne di origine macedone oggi alle Criminali di Locarno in Lugano, annunciata poco fa dal presidente della Corte Francesca Verda Chiocchetti (giudici a latere Aurelio Facchi e Brenno Martignoni Polti). Per lui è ordinata anche l’espulsione dalla Svizzera per 8 anni. 

Lucido, calcolatore, a scopo di lucro

«L’imputato era conscio di mettere in pericolo la salute delle persone. Pesa, in questo senso, la quantità procurata e alienata di cocaina, decisamente elevata». Una quantità ridimensionata (poco meno di 1'500 grammi netti) in base a una riveduta credibilità dei suoi accusatori, alcuni dei quali hanno dichiarato di rifornirsi anche da altri soggetti. Per la Corte, l’imputato è una figura «lucida, calcolatrice che non ha esitato a sfruttare le debolezze altrui a scopo di lucro». Confutata dunque l'idea che lo spaccio fosse funzionale ad alimentare la propria dipendenza dalla sostanza, come dichiarato dall'imputato.

Dal Ticino all'Italia e ritorno

Difeso dall’avvocato Laura Rigato, il giovane era accusato di infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti per avere ripetutamente acquistato, trasportato, importato e procurato in altro modo cocaina; ma anche riciclaggio (migliaia di franchi cambiati in euro, poi portati in Italia) e consumo personale. Da una stanza in affitto nel Locarnese, il giovane avrebbe iniziato a spacciare dopo la morte del padre, quando sarebbe emotivamente – parole sue – «sprofondato, sempre più giù».
 
L’accusa aveva chiesto tre anni e dieci mesi con revoca della sospensione condizionale delle condanne precedenti (12 mesi di detenzione per i reati stradali di cui sopra, una multa per infrazione alla L.f. sugli stupefacenti) e l’espulsione dalla Svizzera per 10 anni. «L’imputato – aveva dichiarato la pp – si è fermato solo per l’intervento della Polizia. Nessuna assunzione di responsabilità e, malgrado la giovane età, vuoti di memoria ad ogni contestazione. Gli si chiedeva sincerità, oggi ha dimostrato di non avere capito nulla del perché sia qui».


Visti i molti problemi familiari, l’aver ammesso le proprie colpe e la buona condotta in carcere, la difesa, nel rilevare nell'intera vicenda giudiziaria «l'assenza di una pistola fumante», aveva chiesto che la pena non fosse superiore a 24 mesi, parzialmente sospesi per il tempo già scontato alla Farera. Difesa che ora valuta la possibilità di ricorrere in appello.

 

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