Locarnese

Pesca su lago ghiacciato, un'idea che piace

Dalla Locarnese la proposta di permettere 'l'ice fishing' in un laghetto alpino in inverno. Le società ittiche ticinesi sostengono il progetto

26 gennaio 2019
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Parli di pesca nel ghiaccio e subito vengono alla mente i Paesi del Nord, gli eschimesi seduti attorno a un foro nella superficie gelida pronti a ritirare l’amo con la preda dall’acqua gelata, le foche curiose, una quiete impareggiabile che rilassa la mente. Questo passatempo molto apprezzato dai patiti della lenza di mezzo mondo, però, sino ad oggi, in Ticino, non è possibile. Ma le cose, forse, cambieranno presto. Grazie all’iniziativa della Società locarnese acquicoltura e pesca, presieduta da Claudio Jelmoni, “l’ice fishing” nei laghetti alpini (dove solitamente l’apertura della stagione avviene ai primi di giugno) potrebbe diventare realtà. «In molti cantoni della Svizzera, questa pratica inserita in un contesto turistico-ricreativo è realtà da circa un decennio e raccoglie un crescente numero di appassionati – spiega Claudio Jelmoni –. Prova ne è che anche Svizzera Turismo la promuove tra le sue innumerevoli proposte. Vengono sfruttati, in particolare, i laghetti nelle vicinanze delle stazioni turistiche invernali così da avere un accesso facile e pratico. Da quanto abbiamo potuto constatare, la proposta attrae moltissimi pescatori e non mancano i ticinesi». Sono specchi d’acqua gestiti da società di pesca, da esercenti, da titolari di impianti di risalita e da enti vari. «Da noi, purtroppo, nei laghetti di montagna si pesca unicamente da inizio giugno in poi, quando buona parte del ghiaccio che li ricopre è ormai sciolta. La legge sulla pesca prevede, infatti, un periodo di riposo di almeno 16 settimane per le trote; questo avviene comunque, anche con un periodo di tre mesi concesso per questa novità». Questa pausa costringe quei patiti che non resistono alla lunga pausa invernale a recarsi oltre Gottardo (o all’estero) per esercitare la propria passione. Cosa che ha dunque spinto il sodalizio locarnese a chiedere che venga studiata la possibilità di istituire e regolamentare la pesca sul ghiaccio in Ticino.

I modelli proposti al Nord delle Alpi

Per i laghi da scegliere, come pure il periodo, il numero massimo di pescatori, il numero di catture consentito, la misura, il costo del permesso giornaliero, il regolamento, la gestione, occorrerà discutere con le società di pesca interessate, la Federazione cantonale, il Cantone e altri enti direttamente coinvolti. Quello che conta, innanzitutto, è smuovere un po’ le acque e vedere se, a livello di singole società, c’è interesse o meno attorno alla proposta. Il responso positivo non si è fatto attendere. «Nelle assemblee che ho avuto modo di seguire o delle quali ho avuto notizia – conclude un fiducioso Jelmoni – i soci si sono detti molto attratti. Una volta che tutti i sodalizi l’avranno discussa al loro interno e votata, la sottoporremo ai delegati della Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca. Il passo finale sarà, in caso di consenso, presentare l’idea al Cantone. Nel frattempo proseguiremo le nostre uscite in Svizzera interna, per approfondire la tematica e per vedere se i modelli proposti, con successo, da un decennio, sono applicabili anche alle nostre latitudini». Tutti i pescatori che amano il loro hobby e che devono abbandonare la canna da pesca fino alla riapertura della stagione potranno, così, gioire. Sarà caccia alle trivelle per il ghiaccio, agli sgabelli e alle canne mini per avventure rilassanti a tutto tondo, in un’immersione totale nella natura. Per portarsi a casa un pesce fresco che più fresco di così è impossibile trovarne.

‘Sì’ convinto dalle società ticinesi. La Ftap si esprimerà il due marzo

«Personalmente sono favorevole». Saluta positivamente la proposta il presidente della Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca (Ftap) Urs Luechinger. Un’opinione personale, la sua, che però, stando ai primi responsi, gode dei favori di tutti gli addetti ai lavori. Insomma, l’idea di poter immaginare una pesca sul ghiaccio in Ticino stuzzica non poco (la pratica nei laghetti alpini è infatti chiusa da ottobre ai primi di giugno). Ad ogni modo, il presidente rimanda al due marzo, giorno in cui andranno in scena i lavori assembleari dei delegati per la Ftap. Quel giorno – spiega – «i delegati si esprimeranno e quindi decideranno se accogliere questa proposta della Locarnese». Come detto, si respira un’aria ‘positiva’: «I presupposti sono dati – ci conferma lo stesso Luechinger – perché nelle varie assemblee (delle singole società di pesca del Cantone, ndr) la proposta è già stata accettata». È il caso, ad esempio, dei soci della Mendrisiense i quali, riunitisi sabato scorso durante i lavori assembleari a Tremona, hanno aderito alla proposta. E nel caso questa venisse accettata anche all’assemblea della Ftap, sono già pronti i prossimi passi da effettuare: «Incaricheremo la Commissione laghetti alpini di collaborare con l’Ufficio caccia e pesca per individuare innanzitutto se ci sono dei laghi adatti a questo tipo di pesca. Poi, naturalmente, andranno analizzati e approfonditi tutti gli annessi e connessi, le modalità e quant’altro».

L’esempio grigionese

Durante la riunione del due marzo vi sarà inoltre un intervento di Antonio Walther – proprietario di un ristorante situato sulle sponde del lago di Sils, in Engadina – il quale porterà la propria esperienza. Lui, «pescatore oltre che ristoratore, un paio d’anni fa ha chiesto al Canton Grigioni di poter provare ad approntare un’attività di questo genere durante la stagione invernale». Il risultato? «Il successo è stato tale – evidenzia Urs Luechinger – che l’esecutivo grigionese ha subito rinnovato la concessione anche per i prossimi cinque anni». Vedremo, dunque, se anche il Ticino potrà contare sul suo laghetto dove praticare la pesca sul ghiaccio.

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