Locarnese

Semafori, il Dt smentisce l'Ustra

'Sapevano del progetto sulla Cadenazzo-Quartino fin dal 2017'. La replica: 'Ma non abbastanza per esprimere un parere tecnico'

(Ti-Press)
25 gennaio 2019
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All’Ufficio federale delle strade la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra, a quanto pare. Sull’edizione di ieri il vicedirettore nazionale Guido Biaggio sosteneva infatti che Ustra «ha saputo dalla stampa» del progetto di semaforizzazione sulla Cadenazzo-Quartino da parte del Dipartimento del territorio (progetto attualmente congelato dalla domanda di referendum contro il credito di 3,3 milioni votato dal Gran Consiglio). In realtà, la filiale ticinese dell’Ufficio federale delle strade era stata coinvolta, anche con il suo direttore Marco Fioroni, in “tavoli tecnici” di preparazione del progetto. Inoltre, altro fatto che lascia perplessi, le nostre verifiche a Berna riguardo al mancato coinvolgimento dell’Ustra erano state precedute da informazioni raccolte proprio alla filiale di Bellinzona; informazioni poi non riportate poiché giudicate eccessivamente interlocutorie. Ebbene, secondo l’Ustra ticinese “la strada fino al termine del 2019 è cantonale, per cui il Cantone può agire come meglio crede. Non essendo stati coinvolti nel progetto e non conoscendolo quindi a fondo, non siamo in grado di esprimerci con cognizione di causa”.

Ora, il presunto mancato coinvolgimento – non solo di rappresentanti ticinesi, ma anche confederati – nella preparazione del progetto viene smentito da documenti di cui la ‘Regione’ è entrata ieri in possesso. Si tratta di alcuni documenti di protocollo in cui si fa esplicito riferimento all’intenzione cantonale di procedere con una semaforizzazione nella tratta indicata. In uno, tecnicamente definito “modulo di indagine conoscitiva per l’assunzione dei progetti e dei programmi cantonali”, e risalente al dicembre del 2017, si parla dei “nodi di Quartino Luserte, Contone Ovest e Contone Est”, dove “è prevista la trasformazione di rotonde a nodi semaforizzati”. Documento, questo, che fa anche riferimento a funzionari della Divisione infrastrutture di Ustra svizzera. Non è tutto: il coinvolgimento di Ustra nelle fasi di preparazione del progetto emerge anche da due “riunioni di coordinamento” tra la sua filiale di Bellinzona e i Servizi cantonali (13 marzo e 17 aprile 2018); riunioni che secondo il Dt “sono state organizzate da Ustra e i cui verbali, redatti su carta intestata della Confederazione, dimostrano l’avvenuta discussione del tema alla presenza del responsabile della filiale 5 di Ustra, ingegner Marco Fioroni, oltre che dei suoi collaboratori tecnici”.

Circolano inoltre e-mail che comprovano scambi di informazioni sul tema fra alti funzionari del Dipartimento e lo stesso direttore di Ustra Ticino e, infine, “in data 7 marzo 2018 due collaboratori della filiale di Ustra (di cui uno presente anche alle predette riunioni di coordinamento) hanno partecipato ad una riunione tecnica indetta dall’ingegner Allievi, incaricato dal Cantone di sviluppare il concetto di semaforizzazione”. In quell’occasione, “come risulta dal verbale allestito dall’ingegner Allievi, Ustra ha formulato suggerimenti e richieste di approfondimento del progetto, cui si è dato puntualmente seguito”. Pertanto, conclude il Dt, “atteso che la filiale 5 di Bellinzona è una diretta emanazione di Ustra, affermare in queste circostanze che Ustra avrebbe appreso del progetto dalla stampa è palesemente in contrasto con la realtà dei fatti”.

‘Non avevamo elementi sufficienti’

Sollecitata ieri a giustificare quanto affermato 24 ore prima, Ustra lo ha fatto in questi termini: “Ustra conferma di non aver ricevuto informazioni che permettano di valutare il progetto per esprimere un parere tecnico. Pertanto ritiene di non dovere aggiungere nient’altro a quanto già dichiarato. Ribadisce la propria volontà di non innescare nessuna polemica, poiché i rapporti fra Berna e Bellinzona in questo contesto finora sono avvenuti all’insegna della piena collaborazione e del rispetto reciproco”.

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