Locarnese

La Rega testerà i droni nelle Centovalli

Prove di ricerca persone scomparse in montagna con velivoli teleguidati

Ti-Press
17 gennaio 2019
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Quanto sia importante, nel campo della ricerca di dispersi, la moderna tecnologia è sotto gli occhi di tutti. Le squadre di soccorso (pompieri, polizia, club alpini, unità cinofile ecc...) nei loro interventi fanno sempre più spesso ricorso a droni, telecamere termiche, visori notturni, Gps e affini. Strumenti di supporto che aiutano a ritrovare velocemente persone in vita e ad abbassare la percentuale degli scomparsi ormai deceduti perché individuati troppo tardi, non di rado anche in zone già battute. In Svizzera, sono circa 3mila le persone all’anno che vengono segnalate come smarrite per svariate motivazioni. Da qui la necessità di implementare una nuova tecnologia per essere ancora più efficienti.

Anche la Rega, in questo ambito, si sta muovendo per testare nuove apparecchiature in grado di affiancare l’eliambulanza nella localizzazione di escursionisti dispersi. A cavallo tra la fine di febbraio e il mese di aprile, per la durata di qualche giorno/sera, la stessa effettuerà dei test al Sud delle Alpi. Quale “teatro operativo” ha scelto le Centovalli. L’esercizio prevede l’impiego, sulla sponda destra della valle, lontano dai centri abitati (una zona scelta non a caso ma proprio per le caratteristiche morfologiche del territorio e per il nutrito numero di missioni di elisoccorso che, annualmente, interessano da vicino quest’area) di un piccolo drone. Si farà capo – come riporta una comunicazione della Guardia aerea svizzera trasmessa alle autorità centovalline – a un mini velivolo teleguidato di dimensioni contenute, in modo da limitare al minimo il disturbo fonico nella vallata. Per consentire queste prove, è stata tra l’altra necessaria una modifica – temporanea – dello spazio aereo. Sarà in pratica attivata, con il consenso dell’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac), una sorta di “danger area”, in modo da evitare rischi al traffico aereo quotidiano. Da sede logistica fungerà, ovviamente, la Base Rega di Locarno, mentre a coordinare questa iniziativa sarà Mattia Corti, capoprogetto tecnologie della Rega. Questo impiego di droni non sta comunque a indicare che la Guardia aerea stia pensando di sostituire uomini e velivoli ad ala rotante in questo genere di missione. Il velivolo a pilotaggio remoto, infatti, fornisce la posizione del disperso sulla mappa, mentre gli umani possono utilizzare le informazioni per pianificare una missione di salvataggio. Queste tecnologie possono cambiare in modo sostanziale l’esito delle ricerche ma saranno poi sempre le squadre di soccorso alpine e gli equipaggi dell’eliambulanza a trattare i pazienti, a recuperarli e trasportarli all’ospedale.

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