Locarnese

Città dei mestieri, Bertoli: 'Non a Locarno'

Scartata l'idea ex Polivideo proposta dal Municipio. Per il capo del Dipartimento educazione cultura e sport le uniche papabili sono Bellinzona e Lugano

(Ti-Press)
17 settembre 2018
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Non convince i piani alti del Dipartimento educazione, cultura e sport su un’eventuale collocazione della Città dei mestieri negli stabili dell’ex Polivideo e sui vicini terreni del Consorzio distruzione rifiuti. Come riferito sabato dal ‘Corriere del Ticino’, la Città di Locarno ha proposto al Consiglio di Stato l’insediamento del polo formativo cantonale negli edifici della storica sede di produzioni televisive, fallita e tornata sotto i riflettori con l’asta andata deserta cinque giorni fa.

Accodandosi alla candidatura del Mendrisiotto, annunciata nelle scorse settimane, il Municipio ha scritto al direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta illustrando le potenzialità della struttura, dei terreni edificabili adiacenti e, in generale, del Piano di Magadino. Il tutto nella convinzione che dal punto di vista pianificatorio e logistico, la zona industriale del Locarnese ottemperi alle caratteristiche di un polo formativo cantonale, da poco orfano di una potenziale sede prevista a Giubiasco (è del 7 agosto scorso il ritiro dell’offerta da parte dell’immobiliare eVita, con malumori e strascico polemico annessi). «Ne ho preso atto e comunque non è l’unica offerta proveniente da Comuni. Ne discuterò con Manuele Bertoli, dato che l’ubicazione della ‘Città dei mestieri’ dipende anche dalle esigenze del Decs. Dopodiché condivideremo con gli altri colleghi del governo una risposta da inviare al Municipio di Locarno» dice Christian Vitta, interpellato dalla ‘Regione’.

Categorico, se non lapidario, il commento di Manuele Bertoli, da noi raccolto sempre nella giornata di ieri. «Abbiamo sempre detto che ci sono due paletti per questo istituto», esordisce il capo del Decs. «Il primo è che la Città dei mestieri debba trovarsi insieme all’Istituto della formazione continua, perché le due entità sono sinergiche. L’Istituto ha già una sede, anche se piccola, l’ideale è trovarne una più grande. La Città dei mestieri non ha ancora una sua casa e se non troviamo qualcosa in fretta, senza casa non vi sarà nemmeno l’offerta».

Il secondo punto è logistico, legato a ulteriori paletti: «La Città dei mestieri è una label, con tutta una serie di criteri di cui dobbiamo tener conto. Logisticamente, deve trovarsi in un posto di grande passaggio. Che per noi, a livello cantonale, è identificabile esclusivamente o vicino alla stazione di Bellinzona o a quella di Lugano». La collocazione a Giubiasco (definitivamente sfumata) sarebbe stata «la sola eccezione», in virtù della sua futura trasformazione in nodo ferroviario strategico. «Sulla base di questi due punti – sentenzia Bertoli – abbiamo già dato risposte alle proposte del Mendrisiotto. E si tratta della stessa risposta che riceverà Locarno». Anche perché «Riazzino, mi spiace dirlo, non è luogo di passaggio».

Evitare la guerra tra siti

Da Bertoli, un invito alla rapidità di pensiero: «La questione logistica rischia di essere un freno a un’offerta di tutto rispetto e con orientamento preciso e di valore. Se si dovesse creare una guerra per la definizione dei siti, cosa che mi auguro non succeda, a rimetterci saranno soltanto gli utenti». Concludendo, un’ammissione di equità: «Il Cantone è attento, ma non sempre le cose possono andare dappertutto. E io che vengo dal Mendrisiotto e abito nel Locarnese sento di potermi definire al di sopra di ogni sospetto...».

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