Locarnese

Albergatori inciampano nella… rete

Acquistano un hotel nel Locarnese, ma il vecchio proprietario si tiene il sito, con relativo indirizzo e-mail

4 luglio 2018
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Sono caduti nelle insidie della rete i nuovi proprietari di un piccolo albergo del Locarnese. Hanno acquistato la struttura (che chiameremo hotel Tizio) lo scorso mese di novembre pensando a un rilancio. Lavori d’ammodernamento per il ristorante e le camere, un investimento importante e poi la sorpresa. Il vecchio titolare, che a sua volta ha ritirato un’altra struttura turistica a una decina di chilometri di distanza (che chiameremo albergo Caio), si è tenuto il sito internet di Tizio, con il relativo indirizzo mail. Un dominio multiplo – per ‘hotel’, ‘pensione’ e via dicendo – che lascia poco spazio d’azione ai nuovi titolari. Un potenziale cliente che cliccasse su pensione Tizio, potrebbe venir invitato a prenotare una camera presso Caio. Lo stesso per chi invia una richiesta via mail: chi può escludere che in risposta riceva un’offerta in uno stabilimento diverso da quello che voleva e in una località differente? Un dato è certo: da Caio non sono mai state rigirate mail all’hotel Tizio. «Ci troviamo in una situazione complicata e stiamo cercando una soluzione – affermano i nuovi proprietari dell’albergo, che vogliono restare anonimi –. Non abbiamo intenzione di pagare la cifra richiesta per il dominio, perché la riteniamo troppo alta. D’altra parte, dal punto di vista giuridico, abbiamo la netta impressione che le leggi siano poco chiare. A nostro avviso sembra logico che quelle pagine web debbano appartenere al nostro albergo, del quale portano il nome». Vi sentite danneggiati? «Eccome. All’inizio sul web eravamo introvabili. Ora abbiamo creato un sito nostro, ma nel nome non abbiamo potuto utilizzare i termini hotel, pensione, ristorante o simili. Non escludiamo che il titolare del sito dirotti nella sua struttura i clienti che cercano noi. Sarebbe estremamente grave e sleale. Il tema potrà essere senz’altro approfondito non appena avremo in mano delle prove».

I nuovi proprietari dell’albergo Tizio hanno contattato Gastrosuisse, per chiedere consigli: «Ci hanno ascoltati con attenzione e hanno dimostrato interesse per la vicenda. Tuttavia, come noi, hanno concluso che ci troviamo in un Far West con troppe poche regole. Anche la società di telefonia e di internet tramite la quale il sito è registrato ci ha detto di avere le mani legate: senza l’autorizzazione del proprietario del dominio, non si può fare nulla». Siete intenzionati a intraprendere un’azione legale? «E per quale tipo di reato? Concorrenza sleale? Utilizzo improprio delle foto dell’hotel che oggi è nostro? Sono ipotesi che varrebbe la pena approfondire con un avvocato. Intanto, però, è iniziata la stagione estiva e ci dobbiamo concentrare sull’accoglienza degli ospiti. Sono pochi, ma importanti. L’avvio è difficile, ma speriamo che giorno dopo giorno le cose migliorino e che la clientela aumenti progressivamente». E i siti di prenotazione online? «Va detto che con loro siamo riusciti ad ottenere soddisfazione. Booking.com e altre piattaforme simili sono state avvisate e ora girano i potenziali clienti all’indirizzo mail corretto».

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