Locarnese

Locarnese, la risonanza magnetica raddoppia

Dopo l'ospedale regionale La Carità, anche la Clinica Santa Chiara avrà una risonanza. La nuova situazione sarà operativa tra 3 settimane

Nel Locarnese saranno due (Ti-Press)
26 giugno 2018
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Una risonanza magnetica a testa per  “emanciparsi” vicendevolmente da una collaborazione che, cifre alla mano, andava un po’ stretta. I due soggetti sono l’ospedale regionale La Carità e la Clinica Santa Chiara. Su entrambi i fronti si sta lavorando per approntare la nuova situazione, che sarà operativa fra circa 3 settimane; fino ad allora si lavorerà in provvisorio. L’investimento più importante lo sta affrontando la clinica, dove il progetto comprende l’acquisto dei nuovi macchinari (circa 1,3 milioni) più l’adeguamento strutturale del nosocomio (1,7 milioni di franchi circa). Il progetto, in pieno svolgimento, comprende appunto la nuova risonanza magnetica, due uffici, un locale per la Tac e uno di controllo con cabine spogliatoio. Il tutto sorgerà al primo piano, sopra la pensilina d’entrata esistente, e verrà realizzato all’interno di un nuovo prefabbricato. Il progetto si completa con un nuovo impianto di raffreddamento ad acqua per i macchinari della risonanza magnetica, nonché l’impianto di climatizzazione, sulla terrazza sud del quarto piano. Stando a quanto dichiara alla ‘Regione’ la dottoressa Daniela Soldati, membro del Consiglio di amministrazione della Clinica Santa Chiara Sa, «il Locarnese ha finalmente ottenuto dal Cantone due licenze per altrettante risonanze magnetiche: una sarà appunto all’ospedale La Carità e una da noi. Questo, per una questione di equità di trattamento rispetto alle altre regioni del Ticino, dove il rapporto fra abitanti e apparecchiature simili è nettamente migliore». 

Negli ultimi anni l’unica risonanza magnetica operativa nella regione era ubicata all’ospedale regionale La Carità ed era condivisa, come utilizzo, con la Santa Chiara. Eoc e Clinica avevano siglato una convenzione nel 2009 e avevano proceduto all’acquisto in comunità della risonanza magnetica (1,3 milioni di franchi diviso due); apparecchiatura che era entrata in funzione nell’agosto del 2010. Da lì in poi ospedale e clinica si sono serviti dell’apparecchiatura a turni alterni. Ma evidentemente i forti carichi di utilizzo (circa 7’000 esami all’anno in totale) hanno spinto il Dipartimento sanità e socialità a rivedere questa unica dotazione, raddoppiandola. «In questo modo anche l’ospedale potrà migliorare le sue prestazioni ai pazienti – commenta il direttor Luca Merlini –. In primo luogo abbattendo i tempi in lista d’attesa dalle circa 3 settimane attuali ad entro la settimana».

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