'G18', un pezzo di mostra arriva dal cielo

Dal cielo un pezzo di mostra. È arrivata ieri mattina sul lungolago di Vira Gambarogno, trasportata da un grosso elicottero di fabbricazione russa Kamov, la scultura da 2000 kg dello scomparso artista bernese Peter Travaglini (1927-2015), conosciuto anche per aver creato la celebre catena (in pietra) e il rinoceronte del Giardino Belvedere, a Lugano. Un’opera d’arte che va ad arrichire la mostra internazionale “G18”, in fase di allestimento in questi giorni. L’impiego del mezzo ad ala rotante, che ha attirato l’attenzione di diversi cursiosi, si è reso necessario – ci ha riferito Mauro Scopazzini, uno degli organizzatori – proprio a causa del peso della scultura. Se per le altre (una trentina, circa, quelle collocate sin qui sulla quarantina totale) è stato possibile ricorrere a camion e gru, per quest’ultima, non c’era altra soluzione alternativa se non quella di ricorrere ad un potente velivolo. Accuratamente imbracata qualche ora prima all’Aeroporto di Locarno, l’opera di Travaglini ha dunque spiccato il volo compiendo un breve tragitto in aria, prima di essere delicatamente posata sul piedestallo precedentemente preparato a pochi passi dalla riva. Lì rimarrà fino alla fine di settembre, quando l’esposizione all’aperto gambarognese chiuderà i battenti. Il pubblico potrà ammirarla dal prossimo 16 giugno, giorno della vernice alla mostra intitolata “Testimonianze”, sorta di retrospettiva dedicata, come noto, ad artisti scomparsi che, in passato hanno esposto le loro creazioni proprio qui nel Gambarogno. Sarà la mostra del 50°esimo. La manifestazione iniziò infatti nel tribolato 1968, su iniziativa del professore e scultore Edgardo Ratti, con la partecipazione di artisti e opere che per il tempo rompevano con la tradizione.