Locarnese

Centovalli, il Parco nazionale sale sul ponte tibetano

La progettazione del manufatto che collegherà Moneto a Palagnedra ha potuto essere avviata. Sarà lungo 330m e avrà un'altezza massima di 150metri. Altre iniziative sono in arrivo.

(Parco Nazionale del Locarnese)
28 maggio 2018
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Il Candidato Parco Nazionale del Locarnese (PNL) è uno strumento di sviluppo territoriale. Aderisce – sostenendoli finanziariamente e accompagnandoli (con la necessaria consulenza) – a progetti portati avanti da privati cittadini ed enti pubblici che risiedono o hanno sede all’interno del suo perimetro. In questo contesto, 4 nuove iniziative hanno visto la luce di recente. La prima – e sicuramente più curiosa – è il ponte tibetano nelle Centovalli, tra Moneto e Palagnedra. La progettazione dell’opera è stata avviata. «Il progetto non risponde ad una moda, bensì all’esigenza pratica di collegare due frazioni. Il vecchio sentiero che le univa non è agibile a causa di continui franamanenti» – ha spiegato il segretario comunale delle Centovalli Axel Benzonelli. “Avrà una lunghezza di 330m e si isserà 150m sopra il letto del riale, persino di più del ponte Carasc a Monte Carasso. Sarà integrato nella rete escursionistica e nella rete delle offerte turistiche della nostra valle come un punto di attrazione positivo. La verifica della sua fattibilità non sarebbe stata possibile senza il Parco, poiché non è fra le priorità del Comune. Grazie all’accompagnamento del Parco, si è però potuta cominciare la progettazione preliminare, pensando anche a come risolvere insieme problemi comuni già esistenti come quello dell’accessibilità e dei parcheggi, ad esempio potenziando i mezzi di trasporto pubblici». Sempre in valle, è scattata la seconda fase dei lavori di riqualifica della splendida Alpe di Corte Nuovo. A luglio dello scorso anno Patriziato di Borgnone, Municipio di Centovalli e PNL avevano inaugurato il recupero del primo dei due rifugi presenti. Parte ora la raccolta fondi per la seconda fase dei lavori, che prevede la ristrutturazione e valorizzazione anche della vecchia stalla: «Nel Parco il nostro piccolo Patriziato ha trovato le risorse umane e finanziarie per imbarcarsi in un’impresa simile» – ha osservato Mauro Fiscalini, membro dell’Ufficio Patriziale di Borgnone. Di sabato, invece, l’inaugurazione – stavolta a Cavigliano, del primo Museo del legno in Ticino, che sarà da subito animato dalle attività artiginali e didattiche proposte dal tornitore, Roberto Barboni coadiuvato dalla moglie Michelle. Al centro dell’esposizione e delle attività vi è la filiera del legno legata alla nostra regione, da come lo si trova in natura fino alla sua lavorazione nel laboratorio di tornitura. «Il Parco non è solo una riserva naturale, ma uno strumento di marketing territoriale che ci aiuta a promuovere il nostro territorio e le nostre attività, sviluppando collaborazioni e sinergie» – ha spiegato lil responsabile. Non da ultimo, va pure segnalata un’iniziativa editoriale. Il 2 giugno, a Bosco Gurin sarà infatti presentata la Guida ai nuovi itinerari botanici e geologici che si snodano attorno al villaggio, finora conosciuto per le sue particolarità walser. Oltre alle tipiche costruzioni in pietra e legno, alla lingua e alla cultura di questo popolo di colonizzatori, Bosco Gurin presenta ora anche un’interesse naturalistico oggi in parte inespresso. Con questa pubblicazione, curata dal Museo Walserhaus e sostenuta dal Parco, si intende dargli luce e proporre un modo differente per scoprire e visitare la regione, rilanciando la stagione estiva.

Al tirar delle somme

Tante idee per valorizzare dunque le tradizioni, le tipicità e l’economia del territorio e promuove l’attrattività e la riconoscibilità dell’area ambientale a livello nazionale e internazionale. Oltre 5 milioni di investimenti che si traducono, ad esempio, in 21 km di sentieri e 350 metri di muri a secco ripristinati, 6 ettari di prati recuperati, 231 attività didattiche svolte con le scuole, 34 visite guidate settimanali o su prenotazione promosse con enti e abitanti e 402 partner coinvolti. Senza dimenticare i 153 progetti pilota, proposti dalle comunità locali, che potrebbero moltiplicarsi con l’accettazione del Parco nella votazione del 10 giugno prossimo.

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