Locarnese

Non entrano i centovallini

6 luglio 2017
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Da alcune settimane sono iniziati, a Intragna, i lavori di ristrutturazione del vecchio palazzo scolastico. Un lifting importante (l’edificio è stato costruito nel 1960), per il quale il legislativo ha stanziato, lo scorso mese di dicembre, un credito di 1,76 milioni di franchi. Lo ha fatto raccomandando all’autorità municipale di favorire il più possibile, nell’assegnazione dei mandati, le ditte che operano nel territorio centovallino (e che quindi pagano le imposte nel Comune). Una raccomandazione che però, a detta di alcuni consiglieri comunali, non è stata pienamente ascoltata. Prova ne è che in occasione dell’ultima seduta di legislativo, alla precisa domanda, il sindaco Ottavio Guerra ha spiegato che buona parte dei lavori è stata assegnata a imprese ticinesi sì, ma da fuori valle.

Tra i consiglieri c’è chi ha scosso il capo in segno di disappunto. Il numero uno dell’esecutivo si è affrettato a precisare che si è agito nel pieno rispetto di quanto prevede la Legge sulle commesse pubbliche e che il Municipio si trovava dunque con le mani legate. Altrimenti detto, si è svolto tutto in maniera regolare e alla luce del sole. Dai banchi del legislativo, mugugni e malcontento: qualcuno ha fatto rimarcare che, per favorire le ditte del territorio, l’esecutivo avrebbe dovuto scorporare gli appalti. Così si sarebbe potuta dare qualche chance in più agli artigiani del paese. A prendere le distanze dai colleghi di gremio, il municipale Ewan Freddi (Lega dei Ticinesi), parso critico nei confronti della direzione lavori e in particolare sulla maniera con la quale sono stati impostati i capitolati. Guerra ha tuttavia tenuto a precisare che, per quanto riguarda i lavori di sistemazione delle strutture destinate ad accogliere gli alunni durante il cantiere (sala del Cc, Casa parrocchiale e asilo vecchio), i lavori sono andati a piccole imprese e artigiani del posto. Quel che conta a questo punto, per evitare future polemiche, è che gli interventi vengano realizzati con tempi rispettati e qualità certa. E, non da ultimo, senza variazioni a livello di costi rispetto al preventivo.

Una nota assai positiva arriva, intanto, dal vicino ufficio postale: come comunicato dal sindaco, la Posta ha garantito che fino al 2020 lo sportello rimarrà in loco. Cosa che, purtroppo, non sembra essere il caso per Camedo, dove il Gigante giallo è intenzionato, nell’ambito della riorganizzazione dell’intera rete nazionale, a chiudere il solo ufficio postale presente nell’alta valle. L’esecutivo centovallino ha subito preso posizione, ricordando ai vertici dell’azienda l’importanza “strategica” e sociale di questo sportello a ridosso del confine. Dalla Posta alla banda larga il passo è breve. Swisscom garantirà questo servizio all’80% dei residenti entro il 2020. L’alta valle è tuttavia esclusa, per ora, dal discorso. Motivo che ha spinto l’Amministrazione a richiedere un’offerta per questo tipo di trasmissione dati ad alta velocità anche per le frazioni da Corcapolo in su, verso Camedo. Un’ultima annotazione riguarda la posa, prossimamente, di tre defibrillatori (a Intragna, Palagnedra e Camedo), resa possibile grazie alla collaborazione di Ticino Cuore.

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