Locarnese

Navigazione, le reazioni alle accuse di "scarso senso civico" rivolte agli scioperanti

(Pablo Gianinazzi)
4 luglio 2017
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Parla il direttore della Nml

''Capisco la solidarietà a favore dei lavoratori in sciopero per il salvataggio del posto di lavoro, ma non è certo con queste azioni di disturbo che si può ottenere qualcosa di utile: da parte nostra stiamo alla finestra, anche perché esula dalle nostre competenza''. Queste la dichiarazioni di Gianluca Mantegazza, direttore della Navigazione Lago Maggiore, tornato sul ripristino della linea circolare da Brissago a Brissago, con fermata alle Isole di Brissago – una decisione "dell'imposizione dell'Ufficio federale dei trasporti" – sulla quale si è espresso così: ''la risposta dei turisti è fin qui positiva e non dimentichiamo che non ci sono altri collegamenti per chi lavora sulle isole''. Se per ora è garantita solo una corsa internazionale tra Arona e Locarno, nei prossimi giorni quasi certamente si tornerà agli abituali quattro collegamenti giornalieri, sia all'andata che al ritorno. Nel frattempo si è appreso che le Direzioni generali di Svizzera e Italia stanno lavorando alacremente per trovare un'intesa per risolvere la questione della navigazione sul bacino svizzero del Verbano. Intesa che, per quanto è dato sapere, dovrebbe passare dal Consorzio fra Navigazione Lago di Lugano e Navigazione Lago Maggiore. A gestire il servizio dovrebbe essere la Navigazione Lago di Lugano, con i batelli della Nlm.


I Verdi del Ticino

Reazione alle accuse di "scarso senso civico" mosse verso i dipendenti della Nlm in sciopero arrivano anche dai Verdi del Ticino. Questo il contenuto del comunicato stampa:

"Lo Sciopero dei 34 dipendenti svizzeri della Navigazione Lago Maggiore (NLM) continua con il vento in poppa. Ma è notizia di oggi che i sindaci dei Comuni del Locarnesi, insieme all’Ente Regionale di sviluppo abbiano esortato i marinai a gettare levare l’ancora e interrompere lo sciopero. I danni per il turismo, specialmente in questa stagione dell’anno, sarebbero troppo importanti per la regione. Ma non si limitano a questo, chiedono “senso civico e morale” invitando la NLM a sedersi al tavolo delle discussioni. I Verdi del Ticino si chiedono con che coraggio si parla di senso civico e morale quando 34 lavoratori sono stati collettivamente licenziati, azzerando in maniera totalmente unilaterale le attuali condizioni contrattuali? Quello che viene offerto sul tavolo è una vaga promessa, i cui contorni sono lungi dall’essere chiariti nero su bianco. Il nostro cantone sta vivendo un’epoca economica drammatica per i lavoratori che sono sistematicamente sostituiti da manodopera non residente. Si assiste a una crescente precarizzazione delle famiglie e a un numero sempre maggiore di working poor e persone in assistenza. I Verdi del Ticino si schierano insieme agli scioperanti al fine di rivendicare condizioni di lavoro adeguate per le persone che vivono e lavorano in Ticino. Basta con i proclami e le lunghe tavole di discussione, chiediamo al Governo di far passare al voto quanto prima il Gran Consiglio sull’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino” e di continuare ad elaborare misure e strategie atte a sostenere quelle aziende che si impegnano ad assumere manodopera residente".


I sindacati

Non si è fatta attendere la risposta di Sev, Unia e Ocst alle accuse di "scarso senso civico e morale" mosse da alcuni comuni del bacino svizzero del Lago Maggiore e dalla presidente dell’Ente regionale per lo Sviluppo del Locarnese e Valle Maggia.

Riportiamo di seguito, testualmente, il comunicato stampa:

"Sindacati e scioperanti sono rimasti sbalorditi dai toni e dai contenuti della lettera aperta firmata dai sindaci dei Comuni rivieraschi del bacino svizzero del Lago Maggiore e dalla presidente dell’Ente regionale per lo Sviluppo del Locarnese e Valle Maggia. Dopo una lunga premessa, si invitano gli scioperanti a tornare subito al lavoro e a «dimostrare senso civico e morale». Sindacati e maestranze chiedono ai comuni: «Ma dove è stato il vostro senso civico e morale in tutti questi anni in cui si è delineato il futuro della navigazione senza tenere in considerazione i lavoratori e le lavoratrici? Dove è il vostro senso civico e morale per contribuire a risolvere davvero questa vertenza dando alle persone licenziate quelle garanzie occupazionali e contrattuali chieste dal primo giorno di sciopero»? «Se il turismo, come da voi ricordato, è una delle maggiori fonti occupazionali e di reddito – sottolineano i tre sindacati - perché mai a questi lavoratori licenziati si dovrebbe negare il diritto di lottare per riavere la propria fonte di reddito? E se davvero il reddito e l’occupazione sono una sincera preoccupazione, perché non cominciare proprio da qui, dando garanzie concrete e credibili agli scioperanti? Confermando loro proprio quella fonte di reddito di cui tanto vi preoccupate»? Le maestranze e i sindacati, che hanno più volte denunciato di non essere stati coinvolti fin dalle prime battute nella creazione del fantomatico consorzio, mettono in luce la dimensione paradigmatica di questa vicenda, che mostra come il valore del lavoro si stia depauperando in modo preoccupante: i lavoratori sono solo braccia e non più persone. I sindacati segnalano che ad oggi non c’è alcuna garanzia scritta sulle rivendicazioni formulate dalle maestranze. E insieme ai lavoratori e alle lavoratrici si chiedono: se la politica crede davvero in questo consorzio come unica alternativa allo sviluppo dell’offerta turistica e del mantenimento dell’attuale servizio pubblico, allora non dovrebbe avere alcun problema a confermare l’occupazione per tutti gli attuali dipendenti unitamente alle loro condizioni contrattuali. Gli scioperanti, che possono contare sul sostegno della popolazione e dei turisti (come si può del resto notare dal successo della petizione), ringraziano comunque tutti coloro che stanno cercando una via d’uscita o che la vorranno cercare con convincimento".

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