Locarno

Commesse pubbliche, le perplessità di Locarno, Lugano e dell'Associazione Comuni ticinesi

(Benedetto Galli)
9 marzo 2017
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Il 13 marzo prossimo il Gran Consiglio dovrà esprimersi sulla modifica della Legge sulle commesse pubbliche del 20 febbraio 2001 (LCPubb). In vista di questo voto, tramite lettera trasmessa alla presidenza del Gran Consiglio e singolarmente ad ogni deputato al Parlamento cantonale, il Municipio di Locarno prende posizione esprimendo una serie di perplessità su alcuni aspetti che “se approvati come proposti, condurrebbero ad eccessive difficoltà pratiche nell’assegnazione delle commesse e provocherebbero pure un aumento importante della burocrazia che, a parole, questa modifica legislativa avrebbe invece dovuto snellire”. Nel suo scritto l’Esecutivo, considerando come “l’applicazione di questa Legge tocca in modo significativo l’attività degli enti pubblici locali e che gli stessi non sono sempre necessariamente dotati di apparati amministrativi in grado di fare fronte a tutte le esigenze formali e tecniche che una simile legge impone”, chiede ai granconsiglieri “un’adeguata considerazione per le opinioni ed i pareri che il Comune esprime su delle modifiche legislative così importanti”. Questa presa di posizione è sostenuta anche dal Municipio di Lugano e dall’Associazione dei Comuni Ticinesi (Act). Nella lettera ai parlamentari si ricorda come “già il primo messaggio n. 7094 del 13 giugno 2015, concernente la modifica della Legge sulle commesse pubbliche del 20 febbraio 2001 (LCPubb), aveva sollevato non poche perplessità all’interno di diversi Municipi; tant’è che le amministrazioni di Locarno, Lugano e Mendrisio avevano sollecitato un incontro con la Commissione della legislazione alla quale esprimere le proprie criticità e osservazioni”. Tale incontro si è poi tenuto con la Sottocommissione incaricata di analizzare la modifica legislativa il 3 febbraio 2016. Tuttavia – fa notare il Municipio – “purtroppo, leggendo il rapporto n. 7094R del 22 febbraio 2017 della Commissione della legislazione, si constata che le osservazioni formulate in quell’incontro, come pure quelle da noi esplicitate il 16 dicembre 2014 nell’ambito della consultazione sul progetto di modifica della citata Legge, non sono state considerate”. Non solo, in diversi punti le formulazioni di alcuni articoli peggiorano le situazioni già critiche rispetto a quanto era inizialmente formulato nel Messaggio n.7094.

Se le modifiche legislative proposte dovessero ottenere l’avallo del Parlamento, si fa presente come ciò creerà inevitabilmente non un’ipotizzata accresciuta trasparenza, bensì un notevole eccesso di burocrazia, determinando inoltre un’oggettiva difficoltà nell’attribuzione delle commesse. Risulterebbe inoltre praticamente nullo l’intento di pervenire a uno snellimento di determinate procedure, creando invece una serie di complicazioni che, in definitiva, non tengono conto della realtà ticinese, caratterizzata dalla presenza di ditte e imprese di piccole e medie dimensioni, alle quali si rivolgono principalmente i Comuni ticinesi per forniture e prestazioni in campo edile ed artigianale.  Senza dimenticare, infine, il dispendio delle risorse che le nuove normative genererebbero sia a livello di tempo che di finanze, costringendo molti Comuni ad assumere personale supplementare, oppure ad assegnare onerosi mandati a operatori esterni.

A dipendenza degli articoli per cui sono previste delle modifiche – modifiche che hanno appunto generato le perplessità espresse – il Municipio chiede ai granconsiglieri, a seconda del caso, l’introduzione di correttivi, il mantenimento della formulazione attuale o di quella prevista nel messaggio governativo.  

 

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