Grigioni

Persiste il rischio di frane, la Val Bondasca resta chiusa

La sindaca del comune di Bregaglia, Anna Giacometti, ha affermato alla Srf che il pericolo di caduta di massi c'è ancora

25 maggio 2018
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L'accesso alla Val Bondasca (GR), teatro dell'enorme frana staccatasi dal Pizzo Cengalo lo scorso agosto, rimarrà chiuso verosimilmente per tutto l'anno. Stando agli esperti, sussiste ancora il rischio di caduta di massi, ha detto oggi la sindaca del comune di Bregaglia Anna Giacometti sulle frequenze della radio svizzerotedesca SRF.

Continua inoltre a persistere il pericolo di colate detritiche: in caso di forti piogge o scioglimento della neve, il materiale portato a valle dai precedenti smottamenti potrebbe infatti ricominciare a muoversi.

Lo sbarramento vale per chiunque: turisti, cacciatori e proprietari di cascine. Anche due capanne in prossimità del Pizzo Cengalo restano chiuse. Contrariamente ai piani iniziali, non è possibile creare un accesso sicuro tramite nuovi percorsi.

Gli abitanti del luogo sono stati informati nel corso di un'assemblea tenutasi ieri sera. Giacometti ha assicurato che non esiste alcun pericolo per il comune di Bondo, che è pronto a gestire altre colate.

Il 23 agosto, una frana di oltre tre milioni di metri cubi - tra le più grandi degli ultimi 130 anni in Svizzera - staccatasi dalla montagna aveva investito la Val Bondasca, laterale della Bregaglia. Decine di abitazioni erano state danneggiate, mentre otto escursionisti di nazionalità elvetica, tedesca e austriaca risultano scomparsi da quel momento.

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