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Impianti elettrici fuori norma a Bellinzona: ‘Risolti due terzi’

Dopo l’incendio partito da un box dei vecchi magazzini comunali, il municipale Henrik Bang aggiorna la situazione sul grosso deficit riscontrato nel 2023

(Ti-Press)
11 gennaio 2025
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È la mattina dell’11 marzo 2022 quando da una stufa elettrica presente nel locale del custode della scuola elementare sud di Bellinzona esce del fumo che obbliga gli insegnanti a sfollare tempestivamente la sede mettendo in salvo i 120 allievi. Risultato: un grande spavento e un’assistente leggermente intossicata. È l’alba del 2 gennaio 2025 quando da un box dei magazzini comunali, nel quartiere Vela, si sprigiona un incendio che viene domato dai pompieri. Risultato: tetto in fibrocemento contenente amianto andato in frantumi, preoccupazione nel vicinato per le possibili conseguenze sulla salute, inchiesta di polizia per scoprire la causa scatenante e intervento di una ditta specializzata per gestire i detriti.

Sui timori per l’amianto il Municipio la sera stessa ha assicurato che “la situazione è sotto controllo” e che “non vi sono pericoli per la salute delle persone”. Lo stesso è stato ribadito alcuni giorni dopo (vedi Ticinonews del 3 gennaio e Corriere del Ticino di ieri) per quanto riguarda la situazione successiva al sinistro, ossia la concentrazione di amianto registrata nell’aria (risultata nella norma) e nei terreni vicini (subito ripuliti) dove sono cadute delle schegge di tetto nel frattempo recuperate. Nulla si sa però – ed è l’elemento di maggior preoccupazione fra la gente del quartiere, pure evidenziato in un’interpellanza Mps – sulla quantità di particelle di amianto circolata durante l’incendio e che qualcuno potrebbe aver inalato.

Risolti anzitutto i casi più urgenti

Un altro elemento di preoccupazione è lo stato di servizio dell’impianto elettrico. Nel box incendiatosi, dove c’era un veicolo tecnico andato distrutto, erano allacciate alla rete di alimentazione più apparecchiature. È stata una di queste a incendiarsi, magari perché difettosa? Oppure vi è stato un sovraccarico della rete o un cortocircuito? Oppure vi è stato un errore umano? Come detto la Scientifica è al lavoro per stabilirlo. Ma che l’impianto elettrico fosse vetusto era noto alle autorità cittadine, le quali nel giugno 2023 hanno stanziato 490mila franchi per aggiornare le situazioni lacunose nei tredici quartieri. «Si è partiti subito con gli aggiornamenti – ci spiega il municipale Henrik Bang, capodicastero Opere pubbliche – e in un anno e mezzo sono stati messi a norma i due terzi delle situazioni non conformi». Quanto ai magazzini comunali, «prima del principio d’incendio non erano ancora stati aggiornati perché si era data la priorità ad altri edifici comunali ritenuti più urgenti». Tutto l’iter, ricorda peraltro Bang, era stato avviato a seguito del principio d’incendio alla scuola sud.

Lacunose 140 situazioni

Nel messaggio municipale datato maggio 2023 veniva spiegato che il Servizio opere pubbliche col supporto dell’Azienda multiservizi di Bellinzona “ha catalogato tutti gli abbonati (ndr: edifici comunali) verificando lo stato dei Rapporti sicurezza impianto (Rasi). Alla fine della campagna di controlli sono stati identificati circa 140 impianti con una certificazione parziale, assente o scaduta. Gli stabili difformi sono 92. Questa situazione – proseguiva il messaggio – è stata rilevata in tutti gli ex quartieri ed è dettata da vari fattori: la catalogazione errata dei dati da parte del gestore di rete (Rasi parziali, termini di rinnovo, comunicazioni all’utente e non al proprietario ecc.); la vetustà degli stabili e con essi quella di parte degli impianti elettrici; il procrastinarsi delle tempistiche di ristrutturazione o costruzione degli stabili comunali in rapporto alla strategia di manutenzione e dismissione degli stessi; il ritardo accumulato con l’iter aggregativo che non ha permesso una ripresa sistematica delle attività pendenti in questo campo specifico della manutenzione”.

Stimato un costo fino a un milione

Considerate la situazione rilevata dagli accertamenti e l’importanza dei controlli e della corretta manutenzione, “la risoluzione del tema necessita di un primo investimento straordinario”. L’entità dei costi, sottolineava il Municipio, “è significativa e corrisponde all’accumulo delle manutenzioni arretrate che ora si palesano tutte assieme” e per risolvere le quali, come detto, è stato stanziato quasi mezzo milione. Tuttavia una corretta tenuta a giorno dell’intera situazione richiede un impegno assai più gravoso: “Annualmente – dettagliava sempre il messaggio del 2023 – gli impianti elettrici del parco immobiliare comunale richiederebbero circa 350mila franchi per interventi manutentivi. Per azzerare il deficit e il controllo degli impianti elettrici, si stimano investimenti straordinari tra 700’000 e 1’050’000 franchi”.

Anzitutto case anziani e scuole

Da subito si era quindi proceduto con le fasi A e B tramite un investimento in delega deciso dal Municipio e gestito dal Sop, mentre le fasi C, D ed E sono state affidate a uno studio d’ingegneria elettrotecnica “per definire correttamente le priorità d’intervento e preventivare l’entità economica dei controlli”; messi a concorso invece i controlli e l’esecuzione delle opere. Con la fase A sono state già risolte le pendenze delle tre case anziani comunali, comunale, Pedemonte e Sementina, di Villa dei Cedri, dell’ex palazzo comunale di Giubiasco e della scuola elementare di Preonzo. «Pure terminata – spiega Henrik Bang – anche la fase B che comprendeva analisi e risoluzione per una ventina di scuole».

Altri venti stabili sono confluiti nella fase C (analisi delle situazioni non a norma) con tre gradi di priorità: 1. scuole e unità abitative, 2. stabili amministrativi e 3. depositi, magazzini, servizi e cimiteri. «Si è quindi passati – conclude il municipale – alla fase D con la messa in appalto e l’esecuzione delle opere da elettricista per l’eliminazione dei difetti nella fase C in priorità 1 (lavori ultimati) e 2 (lavori attualmente in corso). Spesi finora circa 300mila franchi. Il saldo delle opere sin qui eseguite dirà se per quelle in priorità 3 (la diagnosi è imminente e poi via ai lavori) sarà necessario un credito aggiuntivo da richiedere al Consiglio comunale». Infine ci sarà la fase E (già finanziata nell’ambito della fase C) per la verifica dell’eliminazione dei difetti e il rilascio del Rasi.

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