Bellinzonese

Una mano da Bellinzona per il nucleo di Prada

Il Cc questa sera ha stanziato un sussidio di 350mila franchi a sostegno della prima tappa di recupero del sito medievale abbandonato sopra Ravecchia

Ti-Press
23 novembre 2020
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Anche la città di Bellinzona sosterrà finanziariamente, con un sussidio di 350’000 franchi, la prima tappa del restauro cui sarà sottoposto l’antico nucleo di Prada situato sopra Ravecchia e disabitato dalla prima metà del 1600, recupero avviato dall’omonima fondazione che può già contare anche sull'aiuto cantonale di 477mila franchi stanziato un mese fa dal Gran Consiglio. L’ok unanime al credito cittadino è giunto questa sera dal Consiglio comunale riunitosi in via eccezionale nella palestra di Sementina per rispettare le disposizioni Covid. L'intervento, con una spesa globale pari a 1,67 milioni, prevede la messa in sicurezza e la stabilizzazione degli edifici diroccati e la valorizzazione di alcuni di essi, il recupero della sostanza storica, la sistemazione puntuale di sentieri e spazi aperti, il recupero dei terrazzamenti e di castagni secolari, la ricerca storica e la creazione di materiale divulgativo. Nel proprio rapporto (relatore Tiziano Zanetti), la Commissione della gestione plaude “lo spirito e le modalità con le quali la Fondazione sta lavorando per fare in modo di rendere compartecipe tutta la comunità a quanto è stato il nostro passato, non in chiave nostalgica, ma in funzione turistica, storica, didattica ed ambientale”. I Patriziati promotori (Bellinzona, Daro, Ravecchia e Carasso), anche considerando l'importante investimento finanziario, vengono poi invitati a verificare la possibilità di beneficiare del finanziamento previsto dai Fondi per la gestione del territorio e di aiuto patriziale istituiti proprio per favorire questo tipo d'iniziative.

Ricerche oltre Gottardo

Tiziano Zanetti ha rimarcato la figura del compianto Severino Bomio-Giovanascini, artefice del gruppo ‘Nümm da Prada’ che ha fatto da motore all’operazione di recupero, ormai diversi anni fa, coinvolgendo nel tempo vari attori confluiti nella fondazione nata nel 2016. «Fondamentale sarà portare avanti un recupero che non sia un’operazione nostalgica, ma rivolto concretamente alle future generazioni». Quanto alla raccolta fondi, ha poi invitato la fondazione a far capo anche ad aiuti d’oltre Gottardo. Quindi l’auspicio: mettere in rete il patrimonio storico-architettonico-artistico di sponda sinistra partendo da Claro per finire a Camorino. Il capodicastero Territorio e mobilità, Simone Gianini, quale membro del Consiglio di fondazione a nome del Municipio ha evidenziato come per un lungo tempo si sia temuto per un disimpegno del Cantone, poi invece sbloccato, non da ultimo per il valore che il villaggio rappresenta come bene culturale protetto. Quanto alla fondazione, ha detto, è pronta a rivolgersi ad altri enti, anche della Svizzera interna, molto sensibili su questo fronte.

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