Bellinzonese

Il pallone dei piccoli ha ripreso a rotolare

Riapertura delle scuole calcio tra l’entusiasmo dei bimbi, le attenzioni delle società e il timore di un nuovo lockdown

(Archivio Ti-Press)
10 ottobre 2020
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Voglia di riprendere a giocare. Di correre sull’erba umida assieme ai propri compagni, inseguendo un pallone e sognando magari, un domani, di giocare da professionisti. È stato davvero difficile per i ragazzi rimanere lontani dai campi da gioco e dal loro passatempo preferito. La pandemia di Covid-19 ha toccato e tocca tutt’ora anche il mondo dello sport. Non fanno eccezione le scuole calcio, che hanno dovuto interrompere la loro attività nel corso della primavera scorsa e hanno riaperto di recente, facendo attenzione alle nuove norme e ai protocolli da applicare. «Abbiamo registrato un calo d'iscritti, anche se non molto marcato – rileva Roberto Mercoli, allenatore e membro del comitato settore Allievi dell’Associazione calcio Bellinzona –. A livello di prevenzione ci stiamo impegnando per applicare le regole e far mantenere le distanze. È chiaro che i bambini, soprattutto quelli più piccoli, cercano molto il contatto fisico, in particolar modo nei primi giorni. Ma è una fase che passa quando iniziano ad acquisire maggiore fiducia». Per quanto concerne gli allenamenti e gli esercizi da svolgere «cerchiamo di formare sempre gruppetti composti da meno di dieci ragazzi. Inoltre, abbiamo chiesto a tutti di fare la doccia a casa. In generale ho notato in tutti i tesserati una grande soddisfazione per il ritorno in campo». Il lockdown primaverile ha imposto una riflessione anche a livello finanziario e ha reso necessaria l’adozione di nuove strategie. «Ci siamo dovuti riorganizzare e abbiamo istituito un comitato apposito che ha il compito di ricercare nuovi sponsor. Le tasse sociali da noi percepite non sono sufficienti a coprire tutte le spese». 

Arrivano già con la tenuta e si docciano a casa  

Per alcuni l’andamento degli iscritti ha rispettato il trend degli anni passati. «Da quando abbiamo ricominciato a inizio settembre siamo sempre nell’ordine dei 25-30 ragazzi presenti ogni mercoledì – afferma Gabriele Del Don, presidente del Raggruppamento Goal che riunisce Gorduno, Arbedo-Castione e Carassesi –. Abbiamo adottato le misure della dell’Ac Arbedo-Castione. Inoltre i bambini fanno la doccia a casa e arrivano già cambiati e anche gli adulti quando assistono agli allenamenti devono mantenere le distanze, a meno che non facciano parte del medesimo nucleo familiare».  Visto il momento particolare vissuto la scorsa stagione, i genitori hanno deciso di venire incontro al Raggruppamento Goal. «Da noi la tassa per tutto l’anno si paga normalmente a ottobre, in modo che i ragazzi abbiano la possibilità di fare alcune settimane di prova. Vista l’interruzione prematura delle competizioni, abbiamo dato alle famiglie la possibilità di chiedere un ristorno, ma nessuno ha fatto domanda».

Evitare un'altra interruzione forzata

L’auspicio comune è quello di non andare incontro a una nuova chiusura, visto l’aumento dei casi di coronavirus registrato di recente in Ticino. «Ci auguriamo che i contagi non aumentino più e che si riesca a evitare un’interruzione forzata, in primis per il bene dello sport – spiega Loris Baggi, membro del comitato della società Giovani calciatori biaschesi –. Al momento non siamo stati toccati dal virus, né a livello di prima squadra né tra gli Allievi. Per fortuna disponiamo di più spogliatoi, quindi possiamo tenere separati i tesserati. Inoltre, abbiamo messo distributori di disinfettante per le mani sia fuori dagli spogliatoi sia all’entrata del campo». Il lockdown di marzo ha penalizzato i rivieraschi. «La nostra intenzione era quella di guadagnare un po’ di soldi con un capannone al Carnevale di Biasca, evento che è stato poi annullato dopo la prima serata. È stato un colpo abbastanza duro. Siamo comunque fiduciosi nei nostri sponsor. Il nostro è un comitato composto da ragazzi giovani che si impegnano per portare avanti questo progetto sportivo».

I timori rimangono

Le preoccupazioni possono riguardare non solo il momento attuale, ma anche il futuro. «Dopo la sosta invernale dovremo disputare diverse partite e in questo senso il timore c’è – rileva Alessandro Lo Piccolo, responsabile della scuola calcio del team Matro Blenio –. Significa avere diverse squadre che provengono da varie regioni e una folta presenza di ragazzi e di genitori. Per quanto riguarda noi, abbiamo adottato alcuni accorgimenti, ad esempio facciamo molta attenzione che ognuno si porti la propria borraccia». I protocolli, come detto più volte, devono essere seguiti da tutti per poter essere efficaci. In questo caso, i primi ad essere stati responsabilizzati sono proprio i ragazzi. «Far le distanze ai bambini non è sempre semplice. Appena vedono un pallone, iniziano tutti a rincorrerlo – analizza Silvio Gut, presidente della Leventina calcio –. Quando però vengono fatti svolgere gli esercizi, magari a due a due, allora lì si fa in modo che non stiano troppo vicini. È il vantaggio di praticare attività all’aperto». Riguardo a una nuova ipotetica interruzione, «non disputare i tornei estivi ha comportato per noi una perdita d'introiti. Mi auguro davvero che tutte le società riescano a portare avanti e a concludere la stagione attuale».

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