BELLINZONA

Crollo a Daro, la Pretura ha respinto l’istanza cittadina

Municipio di Bellinzona e Amb chiedevano la designazione di un perito giudiziario che ricostruisse le cause del cedimento. Trovato un accordo fra le parti

Il crollo verificatosi all'alba del 27 agosto in collina a Daro (foto 'Regione')
6 ottobre 2020
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La Pretura di Bellinzona ha respinto l'istanza cautelare e supercautelare che il Municipio di Bellinzona e l'Azienda multiservizi (Amb) avevano inoltrato il mese scorso chiedendo la nomina di un perito giudiziario che stabilisse cos'abbia causato il crollo di 30 metri di strada comunale, e del sottostante muro di sostegno, in via ai Ronchi a Daro la mattina del 27 agosto in corrispondenza di un cantiere edile privato. Oltre ad aver interessato parte della strada dotata di parapetto, il cedimento ha coinvolto anche sottostrutture comunali elettriche e per l’acqua potabile. Le autorità cittadine – si legge nella risposta municipale data a un'interrogazione dei Verdi e di cui abbiamo dato notizia stamane – si erano rivolte alla Pretura “considerate le difficoltà incontrate con la proprietà del cantiere” nella fase di verifica delle cause; una risposta tuttavia ormai superata dagli eventi. Come appreso dalla ‘Regione’, le parti giovedì 1° ottobre, dopo il recente niet pretorile, sono scese a più miti consigli sottoscrivendo un accordo bonale che prevede, con una certa urgenza, dapprima l'avvio della progettazione della messa in sicurezza generale e successivamente la sua esecuzione; questa fase sarà gestita dalla Città con la supervisione dei periti delle compagnie assicurative che rappresentano la Città stessa, la società promotrice dell'edificazione (hanno entrambe la stessa) e il progettista/ingegnere. Periti che parallelamente – sulla base del materiale ritrovato nel luogo del crollo e della documentazione che le parti metteranno a disposizione relativa sia alla situazione pre-esistente, sia ai lavori eseguiti negli ultimi mesi, sia alle prime risultanze tecniche emerse dopo il cedimento – andranno alla ricerca di quanto abbia originato il cedimento. Nulla è per ora escluso e la colpa, con relative conseguenze finanziarie, potrebbe ricadere su una o su entrambe le parti. Il tutto dovrà poi sfociare nella decisione relativa a come ripristinare la situazione pre-crollo.

Opera non autorizzata dal Municipio

L’istoriato, così come proposto dall’Esecutivo nella risposta data all'interrogazione dei Verdi, indica che in origine il lato a valle della strada era delimitato da un semplice cordolo in calcestruzzo, completamente sostituito nel 2015 da un muro in calcestruzzo armato alto fra i 60 centimetri e un metro. Lo smottamento “ha interessato un fronte di 30 metri nella parte sud della proprietà privata e ha coinvolto parte delle strutture (muri e cassoni) in costruzione nel cantiere sottostante, nonché le opere di sottomurazione eseguite dal privato, il sovrastante muro comunale in calcestruzzo che delimita il bordo stradale e la tubazione dell’acqua potabile; per contro, apparentemente non si sono verificati danneggiamenti evidenti al bauletto delle sottostrutture elettriche”. La parte sottostante dell’opera muraria “è stata realizzata dal privato per le necessità del proprio cantiere”. Tale opera “non è stata autorizzata dal Comune e non è pertanto stata oggetto di collaudo”. Diverso il discorso della licenza edilizia per la realizzazione dell’abitazione: “È stata rilasciata l’11 gennaio 2019 in base all’avviso vincolante del Cantone per le norme di sua competenza, tra cui i Piani delle zone di pericolo e le relative disposizioni”.

In futuro perizie geotecniche

Considerato l’accaduto, il Municipio ha nel frattempo deciso che per le opere di scavo e costruzione privata vicino a strade pubbliche in zone collinari (come nel caso in questione) verrà richiesta nella domanda di costruzione la presentazione di perizie geotecniche: “Ciò non dovrà comunque portare a un ribaltamento delle responsabilità, che nei casi di cantieri privati sono e restano in primo luogo del privato”. Una domanda dei Verdi riguardava anche la deroga concessa per il passaggio di camion con peso superiore alle 7 tonnellate, portandole a 14 “per il cantiere in oggetto e per altri trasporti in via ai Ronchi – risponde il Municipio – ritenute caso per caso le caratteristiche della struttura stradale e dei manufatti esistenti”.

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