Bellinzonese

Sementina, 'cifre non conformi a un'applicazione corretta delle direttive'

L'Mps critica la presa di posizione congiunta del Municipio di Bellinzona e della Direzione della casa per anziani in merito al focolaio di Covid-19

27 aprile 2020
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"25% degli ospiti morti, 50% infettati: è proprio andato tutto bene?". Con un comunicato firmato dal deputato Matteo Pronzini, il Movimento per il socialismo (Mps) critica la presa di posizione della Direzione amministrativa e sanitaria della casa per anziani di Sementina inerente alla gestione della pandemia Covid-19. Informando riguardo al focolaio registrato nella struttura, la Direzione - sentito il Municipio titolare della casa di riposo - ha assicurato che "tutte le direttive cantonali giunte man mano che la pandemia si sviluppava, sono state applicate in maniera uniforme in tutti i quattro istituti". Un punto su cui Pronzini si trova in disaccordo. Per il deputato, l'elevato numero di decessi e contagi "non può essere considerato conforme ad una applicazione corretta delle direttive. Se è vero, come affermano le autorità bellinzonesi e la direzione della casa anziani, che sono state applicate, significa che (...) erano assolutamente insufficienti per non permettere la diffusione del contagio". I dati ufficiali resi noti dalla Direzione indicano 19 decessi ai quali si aggiungono 18 persone contagiate attualmente degenti (giudicati in via di guarigione). "Ammesso ma non concesso che sia così (da inizio marzo a Sementina sono morti 27 ospiti) - scrive ancora Pronzini nel comunicato -, ciò significa che su 80 ospiti un quarto è morto (...) a la metà sono stati contagiati . Non può essere considerata una cosa normale; se questa stessa proporzione si fosse registrata in tutte le case per anziani del Ticino avremmo avuto, tra gli anziani, più di mille morti e più di 2000 contagi".

"Ci pare che a questo punto sia ora di smetterla di giocare allo scaricabarile - affonda Pronzini -. Non vi sono dubbi che vi sono stati dei ritardi da parte del Cantone (a cominciare dall’autorità di vigilanza sulle case per anziani, il medico cantonale Merlani) nell’emanare le direttive di protezione (il 9 marzo quando i primi contagi, rivelatisi poi mortali alla casa anziani di Chiasso, sono stati registrati il 5 marzo); ma è altrettanto vero che quelle direttive e quelle successivamente indicate dal gruppo di lavoro a noi pare fossero tali da permettere di limitare il contagio". 

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