Bellinzonese

Dal Tribunale federale via libera all’antenna in Val Morobbia

Buone notizie per gli abitanti di questa zona di Bellinzona che da anni lamentano problemi di connessione. Gianini: ‘Un’opportunità anche per il telelavoro’

La 'Regione' ne ha parlato la prima volta nel maggio 2018
26 marzo 2020
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Con la sentenza dello scorso 10 marzo il Tribunale federale (Tf) mette la parola fine alla vertenza che da anni impedisce a Swisscom di realizzare un impianto di telefonia mobile sul campanile della chiesa di Sant’Antonio, in Valle Morobbia, quartiere che con l’aggregazione è diventato parte del Comune di Bellinzona. Con questa decisione i giudici di Losanna ribaltano di fatto la sentenza emessa lo scorso novembre dal Tribunale amministrativo cantonale (Tram), che aveva annullato la licenza edilizia concessa dall’allora Municipio di Sant’Antonio nel 2016 e impugnata da due confinanti. Se dal canto suo il Tram riteneva che l’impianto contrastasse con il carattere monumentale dell’edificio e con il vincolo di conservazione della chiesa parrocchiale dedicata ai santi Antonio e Abbondio - bene culturale protetto - ora il Tf stabilisce che l’interesse pubblico del servizio di telefonia è più importante dell’aspetto estetico dell’antenna. Swisscom, che aveva impugnato la decisione della corte cantonale, può dunque procedere con la realizzazione dell’impianto.

L'obbligo di garantire il servizio pubblico di telefonia

Il Tram, spiega il Tf, si è infatti basato solo sul criterio di tutela del monumento senza considerare quanto prevede la Legge federale sulle telecomunicazioni, ovvero l’obbligo di garantire a tutte le cerchie della popolazione in tutte le regioni della Svizzera il servizio pubblico di telefonia. È quanto stabilisce anche il documento ‘Impianti per la telefonia mobile e monumenti storici’ stilato nel 2018 dalla Commissione federale dei monumenti storici e dal Dipartimento federale dell’interno. Ovvero che in assenza di ubicazioni alternative - come in questo caso - è necessario ponderare non solo le esigenze di conservazione degli edifici bensì anche quelle tecniche, ponderando tutti gli interessi in gioco. La decisione del Municipio di rilasciare la licenza edilizia viene dunque definita comprensibile e giustificabile dal Tf, in particolare perché si è basata sulla nota insufficienza di copertura di rete, soprattutto nella parte alta della valle.

L'importanza delle nuove tecnologie

La sentenza, che potrebbe essere destinata a fare giurisprudenza, è accolta positivamente dall’esecutivo cittadino, come ci conferma, da noi contattato, il capodicastero Territorio e mobilità Simone Gianini. “In un periodo particolare come quello che stiamo vivendo, emerge in modo chiaro la necessità dell’innovazione tecnologica, non solo per trovare un vaccino efficace contro il coronavirus, ma anche per riorganizzare e poi far ripartire la nostra società”, sottolinea il municipale, che aggiunge: “L’emergenza in atto ci fa riflettere sull’importanza delle nuove tecnologie, anche quelle sinora controverse, pure in ottica futura: se nelle ultime settimane è scattata in Ticino, come nel resto dell’Europa, la corsa al telelavoro, la Valle Morobbia si trova particolarmente svantaggiata da questo punto di vista”. Ma grazie alla nuova antenna, la difficoltà a trovare campo o a connettersi a internet con il proprio cellulare potrà finalmente essere risolta “e facilitare quindi l’abitazione in valle, in attesa pure della prevista posa della fibra ottica da parte dell’Amb”, conclude Gianini.

Impatto visivo 'assai limitato'

Per quanto riguarda l’impatto visivo o estetico dell’antenna, sia l’Ufficio della natura e del paesaggio, sia il Municipio, sia il Consiglio di Stato avevano stabilito che l’aspetto della torre campanaria non sarebbe stato pregiudicato. Quanto Swisscom intende posare non è in effetti la classica antenna che si sviluppa in altezza sopra un edificio: si tratta più precisamente di due antenne fatte a pannello e di due apparecchiature tecniche. Mentre queste ultime saranno sistemate all’interno del campanile, i due pannelli verranno sistemati vicino alle aperture in cima alla torre. Secondo la corte cantonale ciò avrebbe alterato in modo evidente il monumento protetto, ma non è infine stato di questa opinione il Tf. “Dal fotomontaggio e dai disegni in 3D risulta che le due antenne saranno percepibili dal suolo pubblico o da spazi accessibili al pubblico: considerate tuttavia le dimensioni esigue e contenute (58 x 26 cm), e il colore grigio che ne attenua l’effetto visivo, nonché la distanza dal suolo pubblico, il loro impatto sul monumento, anche se non trascurabile, sarà assai limitato”, spiegano i giudici di Mon Repos. Il documento citato sopra ammette infatti che gli impianti siano visibili in modo limitato. Inoltre, aggiunge il Tf, tali antenne potranno essere smontate senza causare danni. A tal proposito Swisscom ricorda che una soluzione simile è stata scelta anche a Losone, per la chiesa di Sant’Antonio Abate, e che nel caso bellinzonese la scelta del campanile è sostenuta anche dalla Parrocchia.

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