Bellinzonese

Valle Morobbia, la Città acquisterà i rifugi Tappa e Giumello

Le strutture saranno cedute alla fondazione Valle Morobbia. Per la delusione dell’associazione Museo del contrabbando, che non accetta di riceverne una in usofrutto.

La priorità: scongiurare la demolizione
25 febbraio 2020
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Buona notizie per il patrimonio storico e culturale della Valle Morobbia. Le casermette Giumello e Tappa – ex accantonamenti militari costruiti nel periodo della Prima guerra mondiale ai piedi del S. Jorio – saranno infatti acquisite dal Comune di Bellinzona, che prossimamente procederà all’acquisto dei due rifugi di proprietà della Confederazione. Il primo, un tempo capace di accogliere fino a 80 uomini, è a 1’850 metri e risale alla Grande guerra. È situato in prossimità della Bocchetta Albano che collega l’omonima valle alla Valle Morobbia. Il secondo accantonamento, simile al primo per dimensioni, si trova invece in cima alla Valle del Buco (sopra Arbedo-Castione).

L’intervento della Città è stato sollecitato dalla Fondazione Valle Morobbia e dall’associazione Museo del contrabbando, in primo luogo al fine di scongiurare la demolizione delle casermette. Il destino che nell’autunno del 2015 era toccato ad altri due ex rifugi militari nei pressi del San Jorio, scatenando le polemiche per la mancata opposizione da parte del Cantone e dell’allora Comune di Sant’Antonio, che tuttavia non erano state avvisate da Armasuisse dell’intenzione di cancellare per sempre un pezzo di storia della valle. Conclusa la trattativa con Armasuisse, la Città cederà le due casermette (con modalità da definire) alla Fondazione Valle Morobbia, che a sua volta darà in usufrutto la casermetta Giumello all’associazione Museo del contrabbando. Ciò per permettere a quest’ultima di allestire uno spazio espositivo a testimonianza del commercio avvenuto in valle tra il versante svizzero e quello italiano dal Diciannovesimo secolo fino al termine della Seconda guerra mondiale.

‘Vogliamo essere indipendenti’

Fondatore, nel 2016, dell’associazione Museo del contrabbando, il presidente Giancarlo Maretti (patrizio di Sant’Antonio, autore di diversi libri e detentore di una vasta collezione di uniformi, documenti, fotografie, pacchi di sigarette, bricolle, altri oggetti e documenti) si dice tuttavia contrario alla decisione del Comune. «Ci aspettavamo che cedesse direttamente a noi la casermetta Giumello ad un prezzo simbolico – afferma –. Sono 29 anni che sto cercando un luogo dove ricordare e onorare un pezzo di storia della nostra regione. E pensavo che questa fosse la volta buona». Da tempo l’associazione vorrebbe allestire una mostra all’interno del rifugio Giumello, ma, nel corso degli anni, le domande di compravendita inoltrate ad Armasuisse sono sempre sfociate in esiti negativi. Berna si è sempre giustificata con le difficoltà che avrebbe comportato il passaggio da infrastrutture con scopi militari a edifici ad uso civile. «Il nostro statuto è chiaro: avremmo voluto acquistare la casermetta ed essere autonomi, senza sottostare a nessuno, in questo caso alla fondazione», aggiunge Maretti, il quale ha già annunciato al Municipio di aver sciolto l’associazione. «Continuerò autonomamente per trovare delle soluzioni alternative».

Ma non era possibile cedere la casermetta Tappa alla fondazione e la casermetta Giumello all’associazione? «Non è stato possibile perché la Città intende rilevare i rifugi ma non prevede di investire – afferma il sindaco Mario Branda –. L’associazione avrebbe quindi dovuto assumersi l’impegno di occuparsi direttamente degli investimenti senza chiedere il nostro contributo». Un’affermazione contestata da Maretti: «Così come scritto nello statuto – afferma –, ci saremmo invece arrangiati per svolgere le opere di manutenzione e pulizia oltre che per realizzare i servizi e allacciare l’acqua».

La Fondazione Valle Morobbia, già promotrice di numerosi progetti in valle (tra i quali la Via del ferro e la Via dell’acqua), intende ora riattare i rifugi (in questo senso bisognerà riuscire ad ottenere la licenza edilizia dal Cantone) e metterli a disposizione di enti e associazioni. Una delle casermette, verosimilmente la Tappa, potrebbe divenire una struttura ricettiva nell’ambito di un percorso di mountain bike.

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