Bellinzonese

Parco regionale bleniese: tutti d’accordo sul primo passo

Municipi di Acquarossa, Blenio e Serravalle unanimi a valutare l'entrata in materia come auspicato dall'interpellanza di Fabiana Gianora

Uno scorcio nella Valle di Binn (Keystone)
10 dicembre 2019
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C’è intesa in Valle di Blenio sulla possibilità di valutare la creazione di un parco regionale. Dopo l’interpellanza in tal senso inoltrata dalla consigliera comunale di Acquarossa Fabiana Gianora (Plr), il Comune della media valle ha preso contatto con gli altri due – Blenio e Serravalle – al fine di tastare il terreno. Ed entrambi gli esecutivi hanno portato la loro adesione unanime all’entrata in materia. Discussioni più approfondite verranno dunque affrontate in seno all’Ascoble (Associazione dei Comuni della Valle di Blenio) nei primi mesi dell’anno, come conferma da noi contattato il sindaco di Acquarossa e attuale presidente di Ascoble Odis B. De Leoni. «Speriamo veramente di poter portare avanti la proposta di candidarci a parco regionale. Come valle abbiamo proprio bisogno di qualcosa che ci caratterizzi», spiega il sindaco.

Adesione anche da Blenio e Serravalle

Se l’adesione di Acquarossa alla proposta di Fabiana Gianora potrebbe sembrare scontata – essendo stato l’unico comune bleniese la cui popolazione aveva votato a favore del parco nazionale nel 2016 – allo stato attuale anche gli altri due Municipi mostrano apertura al tema. La sindaca di Blenio Claudia Boschetti Straub spiega da noi contattata che l’esecutivo concorda all’unanimità sull’entrata in materia, come conferma anche l’omologo di Serravalle Luca Bianchetti. Per avere più informazioni sul tema e per approfondire la nascita del parco regionale della Valle di Binn, Ascoble ha invitato Francesco Walter (vedi intervista sotto), il quale si è detto disponibile a proporre una presentazione sull’esperienza vallesana. In seguito l’intento è quello di creare un gruppo di lavoro, mentre per decisioni formali sulla candidatura vi è tempo fino al 2022.

In futuro due parchi confinanti?

Vicino in linea d’aria alla Valle di Blenio – anche se già parte del Canton Grigioni – e pure lanciato dopo la bocciatura del parco nazionale, in Val Calanca il progetto di parco regionale si sta concretizzando. Dopo aver costituito l’omonima associazione, giovedì scorso è stato annunciato il nome di uno dei due direttori: Henrik Bang di Bellinzona. La Charta del nuovo parco, ovvero contratto e piano di gestione della validità di 10 anni, sarà posta in votazione popolare a fine 2022. Il presidente dell’associazione Graziano Zanardi si dice fiducioso: «Percepiamo la grande volontà della popolazione locale a mettersi in gioco, a cogliere questa opportunità per una maggiore visibilità della valle». Nella fase di istituzione l’associazione voluta dai Comuni di Buseno, Calanca e Rossa, con l’appoggio del Comune altomesolcinese di Mesocco, disporrà di un budget di 650mila franchi l’anno per un quadriennio, che saliranno a oltre un milione di franchi nella fase di esercizio dal 2024 in poi. Il parco, che ha incassato lo scorso luglio il sostegno dell’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), si estenderà su oltre 100 chilometri quadrati. Come ipotizza Gianora nella proposta del Gruppo Plr, se anche la Valle di Blenio dovesse propendere per la direzione intrapresa dalla Calanca in futuro si potrebbero creare sinergie tra i due parchi regionali. E viene chiesto di valutare anche il coinvolgimento del Comune di Biasca, confinante con entrambi i territori e “porta d’entrata” della Valle di Blenio.

Un esempio dal Vallese: il rilancio della Valle di Binn

“La Valle di Blenio sta attraversando un momento difficile dal punto di vista di crescita e sviluppo socio-economico”, “buona parte delle iniziative stentano a trovare il giusto quadro di riferimento per nuove offerte, e il lancio di nuove iniziative è sempre più difficoltoso”. Scrive così la consigliera comunale di Acquarossa Fabiana Gianora motivando la sua richiesta al Municipio (presentata a nome del gruppo Plr tramite un’interpellanza) di promuovere nell’ambito di Ascoble uno studio di fattibilità per proporre la candidatura della Valle di Blenio a parco regionale. Un percorso che Francesco Walter conosce bene avendo seguito da vicino la nascita di una realtà simile in un altro cantone. Cresciuto a Giubiasco, Walter è ora granconsigliere vallesano e vicesindaco di Ernen, uno dei Comuni che hanno dato il via al Parco naturale paesaggistico della Valle di Binn, istituzione per la quale ricopre il ruolo di presidente dell’ente turistico e di vicedirettore del parco da ormai 11 anni. Lo abbiamo intervistato.

Lei ha seguito l’istituzione del parco da vicino, fin dal lancio dell’idea nel 2004. Con quale scopo è nato?

A causa della nuova perequazione finanziaria Cantone e Confederazione non finanziavano più singoli progetti sul nostro territorio. I Comuni si trovavano dunque già costretti a unire le forze per ricevere fondi importanti per lo sviluppo della valle. Il parco in tal senso è stato il veicolo ideale per poter lanciare progetti e ricevere sussidi dal Canton Vallese, dal fondo per i parchi ma anche da altri enti e fondazioni. Uno degli obiettivi principali, possiamo inoltre dire, era quello di evitare lo spopolamento.

E ci siete riusciti? In che modo?

Il parco ha generato posti di lavoro grazie alle persone impiegate nella sua amministrazione, ma anche coinvolte nei vari progetti lanciati. È stato possibile conferire mandati anche a chi è originario del posto ma era dovuto andare via alla ricerca di lavoro. A livello turistico siamo anche riusciti a potenziare gli uffici che erano aperti prima e a pagare salari dignitosi. Possiamo dire che venire a lavorare nel parco è diventato attrattivo. Siamo anche riusciti ad aiutare ristoranti e alberghi che prima non raggiungevano una cifra d’affari sufficiente che permettesse loro di effettuare lavori di ristrutturazione con l’obiettivo di poter allungare la loro stagione. A livello comunale inoltre l’amministrazione del parco dà una mano ai piccoli Comuni che non hanno know how nel portare avanti vari progetti.

Siete soddisfatti dei risultati dunque?

Possiamo dire di aver sviluppato concretamente dei progetti che hanno portato a risultati tangibili e non solo su carta. Fino a oggi sono stati investiti più di 18 milioni in diversi progetti, da parte di Comuni, Cantone, Confederazione e fondazioni, nonché tramite iniziative private. Ciononostante non tutti sono d’accordo. C’è chi non vede i vantaggi del parco e ha paura che ad esempio l’Ufficio federale dell’ambiente ponga delle restrizioni sulla caccia. Ma questo non è un tema. Proprio perché c’era gente che non vedeva di buon occhio la possibilità di creare un parco nazionale abbiamo puntato su un parco naturale paesaggistico in cui si può continuare a raccogliere funghi, passeggiare, cacciare ecc.

Vista la sua esperienza, cosa pensa abbia impedito la nascita del Parc Adula, bocciato alle urne nel 2016?

Ci abbiamo riflettuto molto in seno al nostro comitato. Secondo noi si trattava di un parco troppo grande, con un territorio davvero immenso. Noi per contro abbiamo iniziato in piccolo e successivamente anche altri Comuni hanno mostrato interesse e si sono aggiunti. In effetti all’inizio temevamo che i progetti si sarebbero esauriti in fretta essendo un parco di dimensioni limitate e invece non è stato questo il caso. Il parco è nato da un’idea del Comune di Binn e successivamente sono stati coinvolti pure Ernen e Grengiols. E in seguito si sono aggiunti anche Bister, Blitzingen e Niederwald (ora aggregato nel Comune di Goms).  

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