Bellinzonese

Spaccio di droga: condanna bis per l'omicida del Ceneri

Il 34enne dovrà tornare in cella avendo la Corte accolto, in gran parte, la tesi accusatoria: dovrà scontare 5 anni e 4 mesi di reclusione

Il giudice Marco Villa (Ti-Press)
28 novembre 2019
|

Un ‘dealer’ che spacciava per potersi assicurare la droga che consumava, oppure uno spacciatore che gestiva in prima persona un ampio giro dai lauti guadagni? Sono le due visioni contrapposte – portate avanti da difesa e accusa nella prima giornata processuale di ieri – che oggi hanno visto impegnata la Corte delle Assise criminali presieduta dal giudice Marco Villa. Corte che ha infine fissato in 5 anni e 4 mesi la pena inflitta al 34enne del Bellinzonese già condannato nel 2012 a otto anni di reclusione per l’omicidio di un anziano ammazzato a suon di botte nell’area autostradale del Ceneri.

Quantitativo di cocaina ridotto da 4,5 kg a 2

Atto d'accusa parzialmente accolto dunque e riduzione della pena di un anno e 2 mesi rispetto alla richiesta di 6 anni e mezzo formulata dal procuratore pubblico Nicola Respini. Un anno e mezzo della pena irrogata oggi fa parte della precedente condanna non del tutto scontata grazie alla rimessa in libertà decisa nel 2016 considerando la sua buona condotta in carcere; mentre 3 anni e 10 mesi sono riferiti allo spaccio di droga. La corte ha ridotto il quantitativo complessivo di cocaina trafficato dai 4,5 kg indicati dall'accusa a soltanto 2 considerando l'utile conseguito certificato pari a 90'000 franchi, nonché un prezzo al grammo di 45 franchi. Non ha dunque retto la stima di 3 kg, fatta dagli inquirenti in base anche alle intercettazioni, che andavano ad aggiungersi al chilo e mezzo il cui spaccio è stato ricostruito in modo preciso. La Corte ha inoltre riconosciuto due attenuanti che portano a una riduzione del 20% della pena per aver consumato sporadicamente droga e per la presenza di un certo livello d'immaturità. Criticate peraltro sia la scarsa collaborazione con gli inquirenti, sia la recidiva. Come pure, a questo riguardo, l'insuccesso della cura ambulatoriale cui il 34enne era stato sottoposto dopo la prima condanna: non l'ha reinserito nella società, come avrebbe dovuto. Capitolo soldi: confiscati quasi 60mila franchi provento di reato, mentre altri 15mila andranno a copertura delle spese giudiziarie e 30mila a risarcire lo Stato.

Decisive le intercettazioni

Ha dunque retto, in gran parte, il castello accusatorio portato in aula dal procuratore pubblico, forte delle intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dalla Polizia cantonale dopo il decesso per overdose a Sementina di un tossicomane cliente dell’imputato. Registrazioni da cui emerge la sua determinazione (nell’ampliare il giro e nell'arricchirsi, conseguendo in pochi mesi un guadagno significativo) e il suo ruolo di primo piano in un’organizzazione attiva in Ticino e Grigioni, con alcuni membri nel frattempo già condannati. Questo da inizio 2017 (sei mesi dopo la scarcerazione) sino al maggio 2018 quando le manette gli si sono di nuovo strette ai polsi. La difesa rappresentata dagli avvocati Elio Brunetti e Stefano Rossi si era battuta, ricordiamo, per la massima riduzione possibile indicando un quantitativo spacciato non superiore a 1,2 kg di cocaina. Non è escluso che possa ricorrere in Appello.

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE