Bellinzonese

'Avevamo bisogno di soldi', condannati due passatori

Pene pecuniarie per due balcanici che hanno trasportato dalla Croazia alla Svizzera circa 20 persone, alcune colpite da divieto d'entrata, altre senza documenti validi

Due le 'spedizioni'. La seconda si è interrotta al valico di Ponte Cremenaga (Ti-Press)
18 novembre 2019
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Privi di un’occupazione e confrontati con ingenti debiti, avevano accettato la proposta di trasportare clandestini in Svizzera. Il compenso? Tra i 4’000 e i 5’000 franchi per ogni viaggio organizzato e andato a buon fine, promessi loro da un mandante (tuttora latitante) associato a un’organizzazione internazionale dedita al trasporto illegale di persone. Per questo motivo la Corte delle Assise correzionali di Riviera, presieduta dalla giudice Manuela Frequin Taminelli, ha condannato un 43enne kosovaro (difeso dall’avvocato Alessia Minotti) e un 38enne bosniaco (patrocinato dal legale Laura Rigato) a una pena pecuniaria di 210 aliquote giornaliere da 40 franchi, rispettivamente di 180 aliquote da 40 franchi, entrambe sospese per un periodo di prova di tre anni. Nei confronti dei due balcanici è stato riconosciuto il reato di usura e quello aggravato di ripetuta incitazione all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegali. I due imputati, entrambi domiciliata in Riviera, hanno riconosciuto quanto descritto nell’atto d’accusa stilato dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis.

Dai Balcani alla Svizzera in cerca di migliore fortuna 

Uno disoccupato e l’altro invalido, sono colpevoli di aver trasportato illegalmente in Svizzera a bordo di un furgone una ventina di persone (per la maggior parte di nazionalità kosovara), alcune delle quali con un divieto d’entrata sul territorio elvetico e le rimanenti sprovviste di documenti validi. Due i viaggi organizzati nel marzo del 2017 dalla coppia, assistita nell’operazione anche da altri due uomini, entrambi perseguiti penalmente in separati dibattimenti (uno è già stato condannato a una pena pecuniaria). In due occasioni, dunque, il furgone partito dal Ticino ha caricato i migranti in Croazia, dove quest’ultimi erano giunti da altre nazioni dei Balcani per mezzo di altri ‘trasportatori’. Saliti a bordo, sono stati portati in Svizzera passando dalla dogana di Ponte Cremenaga. Alcuni di loro sono poi stati accompagnati a Losanna, altri a Ginevra. Persone giunte in Svizzera spinte dalla necessità di trovare lavoro e lasciarsi alle spalle una situazione precaria. Ma il tutto si era interrotto già in occasione del secondo viaggio, quando il furgone – con a bordo 11 persone non autorizzare a entrare in Svizzera – era stato intercettato al valico di Ponte Tresa. «L’abbiamo fatto per soldi – ha ammesso in aula il 38enne bosniaco –. E non ci ho guadagnato nulla, se non 22 giorni di carcere preventivo».

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