Bellinzonese

Morto nel fiume Morobbia, un caso senza colpevoli

Inchiesta chiusa: il 50enne della regione trovato privo di vita lo scorso 10 gennaio sarebbe rimasto vittima di una caduta accidentale

Ti-Press
11 settembre 2019
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È stata archiviata senza colpevoli l’inchiesta avviata per fare luce sul decesso di un 50enne del Bellinzonese trovato privo di vita la mattina dello scorso 10 gennaio sul greto del fiume Morobbia a Giubiasco, lontano dal suo domicilio. L’indagine coordinata dal procuratore pubblico Moreno Capella non ha accertato alcun intervento di terze persone che possa far pensare a un’aggressione. Ipotesi, questa, approfondita dagli inquirenti partendo dai segni rinvenuti durante l’autopsia su alcune parti del corpo, fra cui un evidente ematoma alla testa, con ogni probabilità provocato dalla caduta e dall’impatto sui massi. Le verifiche svolte sulle sue frequentazioni più recenti e sullo stile di vita inducono a credere che si sia trattato di una caduta accidentale. A trovare la salma la mattina presto, quando la temperatura era sotto lo zero, erano stati due passanti che avevano subito allarmato la polizia. La salma del 50enne si trovava sul greto dove via Ressiga sfocia nel percorso pedonale lungo l’argine orientale della Morobbia, poche decine di metri a sud del ponte della strada cantonale che delimita il confine fra i quartieri bellinzonesi di Giubiasco e Camorino. Alcuni testimoni avevano dichiarato ai media che l’uomo era accasciato al suolo, a ridosso di un masso, con la pancia nuda in evidenza. Vista l’ora del ritrovamento non si esclude che abbia trascorso tutta la notte, o parte di essa, all’addiaccio.

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