Bellinzonese

La lente del seminario di nuovo su Monte Carasso

Gli studenti progetteranno una scuola e la rinaturazione della foce del riale Sementina. Dai docenti critiche al Parco fluviale

6 luglio 2019
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Si rinnova a Monte Carasso l’appuntamento con il Seminario di progettazione fondato nel 1979 da Luigi Snozzi, il celebre architetto ticinese tutt’oggi direttore del convegno nonostante qualche problema di salute. Come di consueto una ventina di studenti d’architettura provenienti da mezza Europa sono riuniti in questi giorni sotto le volte del convento della Agostiniane, messo a disposizione dall’Ente autonomo Carasc, sotto il cui cappello si svolge il seminario. Fino al 12 luglio l’antico edificio è stato quindi trasformato in un’accademia dove sviluppare temi d’interesse pubblico per lo sviluppo architettonico e urbanistico. Un’edizione che rappresenta una sorta di ritorno alle origini, ponendo nuovamente sotto la lente dei partecipanti – così come avveniva nelle prime edizioni – il quartiere di Monte Carasso, dopo che negli ultimi anni il convegno aveva ampliato la propria analisi a un territorio più vasto definito dall’aggregazione dei Comuni del Bellinzonese. Attraverso un lavoro durato sei edizioni (in cui sono stati sviluppati i discorsi urbanistici legati a varie zone della Città), il seminario ha così prodotto un Masterplan contenente la propria visione sulla futura pianificazione del territorio della Città. Lo stesso strumento che il Municipio ultimerà nel 2020 e che definirà le basi per i prossimi 15-20 anni. «Siamo curiosi di vedere il risultato, sperando che siano state tenute in considerazione alcune nostre osservazioni», afferma l’architetto Stefano Moor a margine della conferenza stampa di presentazione delle 26esima edizione del seminario. Giacomo Guidotti e Mario Ferrrari completano l’organico dei docenti (coordinati da Michele Gaggetta) che potranno contare pure su architetti esterni.

Quest’anno gli studenti si concentreranno sulla rinaturazione della foce del riale Sementina, unitamente alla progettazione di una scuola media e di nuovi alloggi sul sedime denominato Chiossa a ridosso del complesso residenziale Morenal (nei pressi del quale scorre il riale). Per quest’ultimo compito, gli allievi dovranno disegnare – sulla zona di 19mila metri quadrati di terreno verde di proprietà del Patriziato – l’edificio scolastico con 16 sezioni, più un comparto di nuove residenze. «Oltre alla fama di Snozzi, l’attrattiva del seminario risiede nell’attitudine di fare architettura – rileva Moor –. Con la proposta di temi reali, i ragazzi possono infatti affacciarsi a una realtà che pone al centro la progettazione, aspetto che nelle accademie è sempre più ridotto». Durante l’incontro con la stampa di ieri sono poi emerse critiche al progetto del Parco fluviale – dal costo di 76 milioni e promosso da Città e Consorzio correzione fiume Ticino – per la rinaturazione del fiume dal ponte della Torretta fino a Gudo. Secondo Moor e Guidotti, non è stato concepito considerando aspetti urbanistici e parere degli architetti, al fine di collegare per davvero le opere con il territorio circostante.

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