Bellinzonese

'Quello non è e non sarà un bunker, e vi spiego perché'

Castione, l'architetto Edy Quaglia spiega come nel seminterrato delle Elementari saranno ricavate due classi di Scuola dell'infanzia. Nessuna opposizione

Uno dei locali del seminterrato come si presenta oggi
4 luglio 2019
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«Quello non è e non sarà un bunker, perché un bunker è uno spazio chiuso privo di finestre e la cui aerazione avviene attraverso ‘bocche di lupo’. Per contro si tratta di un ex accantonamento militare situato nel seminterrato delle scuole elementari, dove a un’altezza di un metro e 40 dal suolo si alza una finestra ‘a banda’, ossia lunga tanto quanto è largo il locale, alta a sua volta un metro e 20 e che termina dove inizia il soffitto. Una superficie vetrata di quasi 9 metri quadrati per ciascuna aula. Questo aspetto, insieme alla superficie delle classi pari a 50 metri quadrati, consentirà ai piccoli allievi e alle insegnanti di vivere bene le ore di lezione trascorse in quegli spazi qui daremo qualità architettonica. La luce naturale entrerà dalle finestre, così come l’aria, e dall’interno si potranno osservare il cielo, un prato fiorito e una siepe di gelsomino. Ecco perché è sbagliato e fuorviante parlare di bunker».

Dubbi e risposte

A parlare è l’architetto Edy Quaglia di Lugano che il Municipio di Arbedo-Castione – con un mandato diretto di 40mila franchi da suddividere con i progettisti delle parti tecniche – ha incaricato di ristrutturare il seminterrato delle Elementari di Castione inserendovi tutto quanto necessario alla gestione di due sezioni di asilo in attesa che venga realizzato, lungo la stessa strada, il previsto grande centro scolastico (progettato dallo stesso Quaglia con l’atelier PeR) fermo a causa di ricorsi contro la variante di Piano regolatore. Nelle passate settimane titoli di giornale e interpellanze al Consiglio di Stato parlando chiaramente di ‘bunker’ hanno sollevato interrogativi sull’opportunità di infilare bambini e maestre sottoterra. Interrogativi spazzati via da un sopralluogo effettuato dai commissari del Consiglio comunale chiamati a redigere il rapporto sul messaggio municipale e dall’adesione unanime del Legislativo al credito richiesto dal Municipio pari a 725mila franchi per l’esecuzione dei lavori. Dubbi cui il consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha dato importanza rispondendo all’interpellanza dei granconsiglieri Mps: da una parte ha spiegato che il Dipartimento sanità e socialità ha dato preavviso positivo alla soluzione logistica, così come impostata dai progettisti, in base alle direttive relative all’edilizia scolastica cantonale; dall’altra ha espresso qualche dubbio sul fatto di optare per un seminterrato. «Oltre alla luce naturale e all’aria – spiega dal canto suo l’architetto Quaglia – sarà garantito il comfort necessario allo svolgimento delle lezioni in regime di Scuola dell’infanzia e, ipotesi futura, di Scuola elementare» quando si metterà mano agli spazi superiori nell’ambito di una ristrutturazione generale prevista a tappe. Munito di finestre sarà anche lo spogliatoio/guardaroba, di portevetro d’accesso il cucinino e il corridoio principale, mentre dotati di aerazione artificiale saranno i servizi igienici per allievi e insegnanti nonché il cucinino.

Luce, colori e il blu di Mirò

Alcuni spazi fino a poco tempo fa erano usati da Pro Juventute nell’organizzare attività giovanili. Nei tre locali principali di 50 metri quadrati ciascuno saranno ricavati il refettorio per 40 bambini, due classi per altrettante sezioni di scuola dell’infanzia e un’aula polivalente: avranno, come detto, ampie finestre in alluminio a triplo vetro, di cui due apribili in ciascuna aula. I pavimento di refettorio, spogliatoio e cucina saranno piastrellati; quelli delle classi, dell’aula polivalente (ad esempio per il riposo pomeridiano e dotata di tenda oscurante a rullo interna) e del corridoio lungo 23 metri (dotato di soffitto ribassato e pareti lignee) saranno in parquet di legno. Tutte le pareti perimetrali saranno dotate di cappotto isolante interno, i muri saranno verniciati di bianco e sotto le lunghe finestre si potranno applicare a parete delle lavagne per il disegno, mentre il riscaldamento avverrà tramite nuovi radiatori a parete. L’entrata (anche dei veicoli per il catering) avverrà attraverso la rampa; si accederà al parco giochi attraverso una nuova scala esterna e alla sovrastante palestra attraverso un percorso interno già esistente ricavato sfruttando alcuni corridoi e scale dell’attigua Protezione civile. «Corridoi cui daremo un bel colore, lo richiede l’età dei nuovi utenti», conclude l’architetto Quaglia. D’altronde il nome del progetto è già tutto un programma. “Ceci è la couleur de mes rêves”, mini ‘opera’ in blu dell’artista spagnolo Joan Miró. Nel frattempo il sindaco Luigi Decarli e il segretario comunale Giuseppe Allegri spiegano che entro il termine di ieri non sono giunte opposizioni contro la domanda di costruzione pubblicata dal Municipio per il cambio di destinazione.

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