CLIMA

L'azione in piazza Governo si apre alla popolazione

I giovani che chiedono al governo misure a difesa dell'ambiente invitano a unirsi a loro in occasione della consegna dell'ultima lettera, venerdì alle 10

Ti-Press
24 aprile 2019
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Dopo Dt e Decs, oggi è stata la volta del Dfe. Stamattina il gruppetto di giovani che da lunedì si alternano dinanzi a Palazzo delle Orsoline per un totale di 96 ore ha consegnato al cancelliere Arnoldo Coduri le richieste rivolte al Dipartimento delle finanzie e dell'economia (vedi allegato). In particolare viene chiesto al ministro Christian Vitta di disincentivare le attività produttive ed economiche con un grande impatto ambientale. “A livello globale – scrive il Coordinamento cantonale Sciopero per il clima – più del 70% delle emissioni di gas a effetto serra sono causate da solo 100 aziende".

Dal punto di vista energetico, viene chiesto di aumentare la quota di energia proveniente da fondi rinnovabili nella rete di approvvigionamento dell'Aet, di sostenere le imprese locali impegnate nella produzione di energie rinnovabili grazie a un fondo di aiuto e di redigere un piano di riduzione dei consumi energetici (ad esempio diminuendo l'illuminazione a tarda notte). Nella lettera viene fatto notare che nel 2017 il Ticino è il Cantone che ha registrato più importazioni. Perciò, secondo il Coordinamento è necessario trasformare il settore della produzione favorendo la produzione e la vendita di prodotti locali.

Domani mattina è prevista la consegna a un nuovo Dipartimento (non viene rivelato quale) e venerdì al quinto: in quest'occasione i giovani invitano la popolazione a partecipare al momento della consegna dell’ultima missiva. "Il tutto si svolgerà durante un momento di incontro silenzioso, così da mostrare la volontà di un cambiamento da parte della collettività", viene sottolineato in un comunicato diffuso oggi. A chi parteciperà viene chiesto di evitare cori o qualsiasi altro rumore eccessivo, per restare coerenti con il sit-in, dove si è voluto protestare senza disturbare la quiete pubblica. "Un silenzio di attesa e di speranza ha più impatto di mille parole. Si parlerà delle rivendicazioni limitando anche qui il disturbo ma spiegando ancora una volta le nostre intenzioni".

La scelta di far durare il sit in 96 ore, spiega il Coordinamento, è simbolico: sono infatti 96’360 le "ore che ci separano dal punto di non ritorno fissato al 2030 per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 1,5°C". Partecipando venerdì, viene aggiunto, si mostra solidarietà a questi ragazzi, "perché ogni generazione ha il dovere di passare il mondo alla nuova nelle stesse condizioni in cui l’ha ricevuto. C’è ancora tempo per rimediare agli errori del passato! Mostrate la vostra volontà di cambiare. Affinché il clima non venga gettato nel dimenticatoio un’altra volta".

 

ALLEGATI
lettera al Dfe
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