Bellinzonese

Lodrino, in aula il dramma dell'aerodromo

Alla sbarra un 41enne dipendente della Ruag accusato di omicidio colposo per la morte, nell'agosto del 2014, di un giovane centauro sulla pista dell'aeroporto

25 marzo 2019
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Un'intera regione era stata scossa dal tragico incidente. Quello verificatosi all'aerodromo di Lodrino nel pomeriggio del 21 agosto 2014, quando due giovani centauri si erano lanciati a tutta velocità sulla pista. Con l'intenzione di porre fine alla bravata, un impiegato della Ruag aveva posteggiato un furgoncino al centro della pista, con l'intento di costringere i due ragazzi a fermarsi. Ciò che uno dei due, ventenne ai tempi dei fatti, non era riuscito a fare, accorgendosi troppo tardi del veicolo. La sua frenata non gli aveva permesso di evitare il violento impatto (avvenuto a a 80/90 chilometri orari), che lo aveva ucciso sul colpo. 

Questa mattina il dramma è approdato di fronte alla Corte delle Assise correzionali presieduta dal giudice Mauro Ermani. Alla sbarra il 41enne dipendente della Ruag accusato di omicidio colposo e di esposizione a pericolo della vita altrui. Per l'accusa, sostenuta dal procuratore pubblico Nicola Respini – che nel frattempo ha fatto cadere l’ipotesi di omicidio intenzionale inizialmente presa in considerazione – , l’uomo ha chiare responsabilità nella morte del giovane. Colpe che il 41enne, difeso dall’avvocato Brenno Canevascini, ha invece sempre respinto. 

Secondo l'atto d'accusa stilato da Respini, dopo avere notato la presenza dei due motociclisti, il 41enne avrebbe raggiunto il centro della pista e posizionato il furgone sulla linea di demarcazione centrale, senza adottare nessuna precauzione per avvertire i due giovani della sua presenza o attirare la loro attenzione. Secondo il pp, l'uomo non avrebbe infatti suonato il clacson o azionato i lampeggianti. Secondo l'accusa, ciò aveva messo in pericolo l'incolumità dei due ragazzi, esponendoli al rischio di collisione e a quello di reagire in ritardo o in modo inappropriato di fronte alla situazione di pericolo. 

Ai tempi dei fatti l'uomo era responsabile del servizio di picchetto dell'aerodromo, tenuto a garantire l'operabilità delle strutture aeroportuali per il servizio di volo militare durante gli orari di esercizio della pista. 

 

 

 

 

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