Bellinzonese

'Auspico che la sua attitudine verso le norme cambi'

Condannato un 53enne imprenditore edile giudicato colpevole di più reati. Il giudice Marco Villa gli ha inflitto una pena detentiva sospesa in aggiunta a 60 aliquote giornaliere

Ti-Press
20 marzo 2019
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Una pena detentiva di due mesi e quindici giorni sospesa per tre anni, più 60 aliquote giornaliere da 50 franchi. Questa la sentenza emessa dalla Corte delle assise correzionali di Blenio riunite a Lugano nei confronti di un 53enne imprenditore edile ritenuto colpevole di più reati: impiego di stranieri sprovvisti di permesso, ripetuta trascuranza degli obblighi di mantenimento, appropriazione indebita d’imposta alla fonte, ingiuria e ripetuta infrazione alla Legge federale sull’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti. 

La sentenza è stata pronunciata sulla base di tre atti d’accusa, stilati dal Ministero pubblico nell’arco di tre anni (dal 2015 al 2018) nei confronti del 53enne bleniese. Un susseguirsi di infrazioni che, come evidenziato dalla procuratrice pubblica Marisa Alfier, non ha fermato l’imputato, il quale della sua situazione «se n'è è sempre fatto un baffo». Aspetto che, insieme al carattere veemente dell’uomo (il quale ha sì riconosciuto i fatti, ma lo ha fatto con una presa di coscienza giudicata «bassissima» e mettendo in luce un sentimento di vittimismo poco apprezzato dalla Corte), hanno indotto il giudice Marco Villa a commisurare una pena detentiva sospesa in aggiunta a quella pecuniaria. 

Alla base dell’agire del 53enne, oltre al carattere veemente descritto da Villa, le difficoltà economiche con cui sarebbe confrontato da anni. Ciò che, a detta dell’imputato, gli ha impedito di versare le somme per alimenti e assegni famigliari (a beneficio del figlio), oltre che, in qualità di datore di lavoro, l'importo d’imposta alla fonte (per circa 5'400 franchi) e l’assicurazione per la vecchiaia e per i superstiti (per circa 7mila franchi). Secondo la Corte l’uomo avrebbe invece avuto la disponibilità finanziaria per versare i contributi.

Per quanto riguarda il reato di impiego di stranieri sprovvisti di permesso, il 53enne ha ammesso di aver fatto lavorare per due anni nella sua azienda un cittadino macedone sprovvisto di un’autorizzazione per esercitare un’attività lucrativa in Svizzera, così come di aver impiegato per due giorni due manovali (un bosniaco e un serbo). Molti di più i casi irregolari riportati nell'atto d'accusa, nel frattempo andati però prescritti, così come decisamente più ingenti risultavano le somme degli oneri non versati. 

«Auspico che la sua attitudine verso le norme cambi», ha detto Villa all’imputato prima di pronunciare la sentenza.

A causa «dell’evidente mancanza di riscontri oggettivi», il giudice  ha assolto il 53enne dal reato di ripetuta appropriazione indebita di veicoli e oggetti noleggiati. 

L'avvocato Tuto Rossi, patrocinatore del 53enne, aveva chiesto al massimo una pena pecunaria. La pp aveva invece formulato la richiesta per una pena detentiva di sei mesi sospesa per tre anni. 

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