Bellinzonese

Mortale di Cadenazzo, si torna in aula

Dopo la condanna in primo grado, il 25enne che era alla guida della macchina in cui aveva perso la vita un 19enne è comparso questa mattina di fronte alla Corte di appello

Rescue Media
26 febbraio 2019
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È tornato nuovamente in aula stamani, questa volta di fronte alla Corte di appello e di revisione penale di Locarno, il 25enne responsabile dello schianto in automobile sulla strada cantonale di Cadenazzo che aveva costato la vita all’amico 19enne che sedeva di fianco. Un botto nella notte, quella del 3 marzo 2013, causato dalla «scarsissima o inesistente» assunzione di responsabilità del conducente. Queste erano state le parole del giudice Mauro Ermani prima di pronunciare la sentenza che il 5 settembre 2017 – al termine del processo di primo grado alle Assise criminali – aveva condannato il 25enne (difeso dall'avvocato Yasar Ravi) a una pena detentiva di 30 mesi di cui 6 da espiare, riconoscendolo colpevole dei reati di omicidio colposo e grave infrazione alle norme della circolazione stradale.

Una condanna era stata inflitta anche al 26enne che, insieme al 25enne, secondo la Corte presieduta da Ermani aveva dato vita a una sorta di gara, in un clima di sfida, che aveva scaturito il tragico incidente. Il 26enne, difeso dall'avvocato Filippo Gianoni, era stato condannato a una pena pecuniaria sospesa (150 aliquote da 10 franchi) per il reato di infrazione grave alle norme sulla circolazione.

I due imputati devono rispondere dei reati di omicidio colposo e di infrazione aggravata alle norme della circolazione stradale.

Dopo la sentenza in primo grado, i due avevano deciso di ricorrere in appello, tornando così in aula questa mattina. La Corte è presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will. L'accusa è sostenuta dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo.

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