Bellinzonese

'Faremo votare i ticinesi sull'iniziativa Giù le mani'

Lo conferma il primo firmatario Ivan Cozzaglio. Oggi il dibattito in Gran Consiglio: il CdS non vuole il centro di profitto, Pronzini chiede di reintrodurlo

Ivan Cozzaglio e Matteo Pronzini (Ti-Press)
20 febbraio 2019
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«Purtroppo sappiamo come andrà a finire oggi. Il Gran Consiglio boccerà l'iniziativa 'Giù le mani'. Perciò riteniamo sia corretto, pensando a tutti coloro che l'hanno sostenuta e firmata undici anni fa durante lo sciopero, che la popolazione sia chiamata alle urne per esprimersi su di essa». Lo spiega alla 'Regione' il primo firmatario Ivan Cozzaglio, puntualizzando che entro 8 giorni da oggi il comitato promotore dovrà decidere se eventualmente rinunciare alla votazione popolare: «Non rinunceremo, perché crediamo che il contenuto dell'iniziativa sia tutt'oggi valido, sebbene siano passati molti anni e oggigiorno, magari, il testo sarebbe stato formulato diversamente. A ogni modo l'iniziativa chiede più posti di lavoro, non riduzioni come intendono fare le Ffs a Castione. Chiede l'impegno cantonale per uno stabilimento che punti al mantenimento e allo sviluppo dell'operatività delle attuali Officine, non un capannone per la pulizia e la manutenzione dei treni che occuperà metà dell'attuale forza lavoro».

Iniziativa e controprogetto Ps

Un mese dopo lo stanziamento di 100 milioni quale contributo cantonale alla nuova officina di manutenzione che le Ffs intendono realizzare a Castione, oggi pomeriggio il Gran Consiglio torna dunque sul tema col dibattito dedicato all'iniziativa popolare intitolata “Giù le mani dalle Officine: per la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico”, che nella primavera 2008 aveva raccolto 14'768 firme sulla spinta dello sciopero contro la chiusura dello stabilimento ferroviario di Bellinzona. L'iniziativa mira ad avviare un progetto cantonale (sostenuto da Confederazione e Comuni) che rilevi le attuali attività delle Officine Ffs di Bellinzona e ne sviluppi di nuove aggiungendo servizi, ricerca e innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto. Sempre oggi il parlamento è pure chiamato a esprimersi sul controprogetto proposto dal Ps che mira 'idealmente' a rafforzare l'iniziativa rimpolpando il previsto stabilimento da 360 milioni annettendovi le attività produttive che le Ferrovie non intendono trasferire dal sito cittadino a quello nuovo. Il tutto lasciando che siano le Ffs a condurre i giochi, senza impegnare il Cantone.

L'emendamento Pronzini per un 'centro di profitto'

Durante il dibattito sull'iniziativa, il granconsigliere del Movimento per il socialismo (Mps) Matteo Pronzini presenterà un emendamento che chiede di reintrodurre quanto il Consiglio di Stato ha invece eliminato nella proposta di testo di legge sottoposta al plenum. Il CdS ha infatti stralciato dall'articolo 5 la possibilità di orientare il richiesto polo tecnologico sul modello di “centro di profitto con forte autonomia decisionale (Unità di business strategica)” suggerito, quale terzo scenario possibile, dallo studio effettuato nel 2010 dalla Supsi. La proposta di articolo 5 emendato stralcia per contro la parte in cui l'eventuale messaggio governativo dovrebbe “esporre nel dettaglio: la ragione sociale e la governanza del polo tecnologico-industriale; il piano industriale del polo tecnologico-industriale, indicandone con chiarezza punti di forza e di debolezza, minacce e opportunità; un’analisi di mercato, con relative indicazioni e i conseguenti scenari, del polo tecnologico-industriale”.

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