Bellinzonese

Parrocchia di Bellinzona verso l'imposta di culto?

Rimane uno scoperto di 130mila franchi. Settimana prossima l’assemblea dovrà decidere se chiedere l'introduzione della tassa.

Ti-Press
15 gennaio 2019
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Non ce l’ha fatta la Parrocchia di Bellinzona a raccogliere i 130mila franchi che le servivano per coprire le spese accumulate nel 2018 e garantire gli stipendi dei suoi cinque preti. Due gli appelli lanciati, l’ultimo a metà dicembre, che però non hanno dato i frutti sperati. «Con il secondo richiamo qualche contributo è arrivato, ma raggiungere la cifra che ci eravamo prefissati è purtroppo un’utopia», ammette l’arciprete don Pierangelo Regazzi. Lo scoperto riguarda sia lo stipendio dei sacerdoti attivi nelle tre comunità cittadine del Sacro Cuore, della Collegiata e di Gesù Cristo redentore dell’uomo, sia le spese correnti e necessarie a mantenere aperte le chiese e gli spazi di riunione.

La parrocchia di Bellinzona finanzia le proprie attività quasi esclusivamente attraverso i contributi volontari e le offerte raccolte durante le messe. Le cifre negli ultimi anni sono però in continua diminuzione e solo il 20 per cento dei possibili contribuenti versa una quota. Chi partecipa, spesso lo fa con generosità, ma sono sempre meno persone a farlo, non di rado anche con piccole somme.

Finanze al centro della discussione

La situazione finanziaria sarà al centro della prossima assemblea parrocchiale in agenda lunedì 21 gennaio. «Dovremo prendere in considerazione l’opportunità di introdurre l’imposta di culto, che andrebbe a sostituire il contributo volontario», rileva l’arciprete. Una tassa che la Parrocchia è libera di istituire, come sancisce la Legge cantonale sulla Chiesa cattolica. Ognuna delle diciassette parrocchie presenti nel territorio della nuova Bellinzona è libera di decidere se dotarsi dell’imposta di culto o se attingere ad altre forme di finanziamento ritenute opportune, tra cui rientrano anche quelle private. A seguito dell’aggregazione, le parrocchie hanno proseguito come già facevano prima e in maniera indipendente, mentre dal canto suo la nuova Città ha continuato a elargire i contributi che venivano versati dai precedenti Comuni.

Verso una riorganizzazione

L’obiettivo della Città – conferma il sindaco – è di riorganizzare quanto versato secondo principi di uniformità e di parità di trattamento. «Il Municipio sta elaborando una convenzione che tenga conto di questi aspetti», spiega Mario Branda, interpellato dalla ‘Regione’. Una volta elaborata, la convenzione verrà discussa con le parrocchie e con la Comunità della Chiesa evangelica riformata. «L’obiettivo sarebbe di arrivare alla fine di questo anno con un sistema uniformato pronto da adottare nel 2020. Ci stiamo lavorando», afferma il sindaco. I contributi versati dal Comune però non copriranno l’intero fabbisogno delle parrocchie, le quali a loro volta dovranno attivarsi autonomamente per trovare finanziamenti per la parte rimanente.

Nel Bellinzonese, diverse parrocchie faticano a far quadrare i conti e le risorse di cui dispongono non sono ingenti. La convenzione in fase di elaborazione non ‘salverà’ le situazioni più difficili, ma per lo meno ci saranno parrocchie che riceveranno un aiuto in più rispetto a oggi. D’altro canto però, secondo il principio della parità di trattamento, potrà anche accadere che per alcune di queste il contributo venga ridimensionato.

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