Bellinzonese

Officine Ffs, il Ps ticinese chiede un vero polo

Il Comitato cantonale dice sì ai 100 milioni ma incarica il gruppo parlamentare di promuovere un controprogetto per migliorare l’iniziativa ‘Giù le mani’

Il comparto di Castione dove dovrebbe sorgere la nuova Officina Ffs (Ti-Press)
8 gennaio 2019
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Bene il sostegno cantonale di 100 milioni alla nuova Officina che le Ffs intendono realizzare a Castione, ma il nuovo stabilimento dovrà anche prevedere un polo tecnologico che – nella forma di centro di profitto e coinvolgendo anche forze private – mantenga e sviluppi le attività redditizie oggi svolte nel sito cittadino e che le Ferrovie non vogliono includere nell’investimento di 360 milioni previsto a nord di Bellinzona. Questa la posizione scaturita ieri sera dal Comitato cantonale del Partito socialista riunito alla Casa del Popolo. Il quale, accogliendo con 45 sì e 4 astenuti una proposta della Direzione esplicitata dal presidente Igor Righini, ha dato incarico al gruppo parlamentare di promuovere e discutere con le altre forze politiche un nuovo testo di legge che nella forma di controprogetto miri a rafforzare il testo depositato in dicembre dal comitato ‘Giù le mani’ presieduto da Ivan Cozzaglio, primo firmatario dell’iniziativa popolare sottoscritta nel marzo 2008 da 15mila ticinesi e intitolata “per la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico”. Iniziativa ritenuta centrale dalle maestranze per la sopravvivenza delle Officine e su cui dovrà esprimersi nelle prossime settimane il Gran Consiglio analogamente al messaggio per i 100 milioni che ieri sera il comitato Ps ha pure sostenuto (38 sì, 6 no e 5 astenuti).

‘Da integrare all’Officina’

Nel controprogetto il Ps propone che il richiesto polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico sia “sviluppato – questa una delle novità – parallelamente o in maniera integrata alla nuova Officina delle Ffs prevista nel Sopraceneri”. La frase “Il Consiglio di Stato determina l’ubicazione dell’impianto, predisponendo l’adeguata pianificazione” viene sostituita da “L’azienda dovrà di principio trovare una collocazione accanto alla nuova Officina Ffs o esservi logisticamente integrata”. Con quali scopi? Non più genericamente “rilevare le attuali attività delle Officine Ffs di Bellinzona”, bensì “rilevare, tra le attuali attività delle Officine Ffs di Bellinzona che non verranno trasferite alla nuova Officina Ffs prevista nel Sopraceneri, quelle che presentano una prospettiva di mercato”; e “sviluppare nuovi servizi, attività di ricerca e innovazione nel campo della gestione e della manutenzione dei vettori di trasporto”. Allargata anche la paletta dei possibili partner: oltre a Ffs, Confederazione, Comuni ticinesi, Cantone Grigioni e autorità regionali, “possono essere coinvolte altre istituzioni di ricerca o entità private in grado di contribuire allo sviluppo e/o consolidamento del polo”.

Il dibattito innescatosi sui 100 milioni (oggi la Gestione del Gran Consiglio dovrebbe firmare il proprio rapporto favorevole) ha visto contrapposti i ‘compagni’ in parlamento Henrik Bang e Bruno Storni. Il primo ha preannunciato che anche la Gestione chiederà l’integrazione nelle nuove Officine delle attuali attività produttive redditizie, il secondo ha esposto un’idea di “Officina 4.0” che svilupperebbe in altezza di due piani l’attuale stabilimento cittadino riducendo il dislivello con la stazione per agevolare l’accesso dei nuovi lunghi treni (questo uno dei punti critici portati dalle Ffs nel difendere l’opzione Castione) nonché l’implementazione del polo tecnologico. Martino Rossi ha dal canto suo evidenziato che grazie all’opzione Castione, la Città «potrebbe ripianificare il comparto centrale di 120’000 metri inserendo tecnologia, formazione, servizi e residenze». Critico Ivan Cozzaglio, perché «il Ps non ha chiesto garanzie sui posti di lavoro che scenderanno da 400 a 200». Posti «che le Ffs però garantiscono per i prossimi 30-40 anni», ha replicato il sindaco Mario Branda. «Abbiamo oggi una possibilità per migliorare il messaggio sui 100 milioni – ha concluso Werner Carobbio – e si chiama controprogetto». La sala lo ha seguito.

Pressing sulle pensioni dei ministri

A inizio seduta il Comitato cantonale Ps con una sola astensione ha inoltre deciso il lancio di un’iniziativa popolare generica per affiliare i consiglieri di Stato all’Istituto di previdenza cantonale.

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