Bellinzonese

'La mia non era una minaccia, ma confermo che abbiamo fretta'

Officine a Castione: il Ceo delle Ffs, Andreas Meyer, è intervenuto stasera a Bellinzona ribadendo i punti chiave del trasferimento

17 ottobre 2018
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«Non una minaccia, bensì una responsabilità». L’ha ripetuto più volte – stasera a Bellinzona – il Ceo delle Ffs Andreas Meyer: non voleva minacciare il Ticino quando ad agosto ha spiegato che se l’iter per le nuove Officine a Castione si rivelerà troppo lungo o complicato, le Ferrovie cercheranno un’alternativa oltre Gottardo. Anche se non va intesa come una minaccia, la fretta è però reale. Il direttore generale ha infatti ribadito che lo stabilimento attuale non ha un futuro. Il progetto da 360 milioni (con il contributo di Cantone e Città) permetterà invece di avere le Officine più moderne d’Europa con posti di lavoro molto all’avanguardia. «Siamo disposti ad attendere i tempi politici e democratici, ma se a un certo punto l’anno prossimo non saremo giunti a una soluzione, dovremo preparare un’alternativa», ha dichiarato aggiungendo che ci sono molte regioni a nord delle Alpi interessate.

Dal Ritom a Bellinzona, è stata una giornata tutta ticinese, quella odierna, per Andreas Meyer che proprio a due passi delle attuali Officine Ffs, all’Hotel Internazionale, è stato ospite del Club dei mille – che raggruppa i sostenitori del Plrt – per una serata pubblica su progetti attuali e futuri delle ferrovie. Sollecitato dal presidente del club Adriano Cavadini (coordinatore della serata) e dall’ospite Giancarlo Dillena (ex direttore del ‘Cdt’) sulle Officine ha ammesso di aver commesso degli errori, senza però entrare in merito. Ha inoltre ribadito che al momento non esiste alcun piano B rispetto a Castione e che la proposta basso-leventinese dell’ex Monteforno «non è una vera alternativa». Oltre al costo maggiore per raggiungere con i convogli Bodio-Giornico – 46 milioni in 50 anni – Meyer ha sottolineato la necessità di dover modificare i binari a nord di Castione con costi ben più onerosi. Li ha infatti stimati in centinaia di milioni di franchi.

'Per ora completamento AlpTransit non fattibile'

A proposito di binari e tracce ferroviarie, la discussione si è focalizzata anche sulle linee particolarmente sollecitate in Svizzera e in Ticino a causa della presenza di più vettori: dai passeggeri alle merci, dal traffico regionale a quello internazionale. «Sarà una grande sfida per il futuro», ha sottolineato Meyer annunciando che sono in atto discussioni con l’Ufficio federale dei trasporti. Sono inoltre previsti 12-13 miliardi di franchi d’investimento da parte della Confederazione per potenziare la rete. Per il momento però, le Ffs non intendono avviare la progettazione del completamento della linea ad alta velocità in Ticino (nei corridori di aggiramento e poi a sud di Lugano). Sollecitato dall’ex vice sindaca di Lugano Giovanna Masoni-Brenni – presente tra la settantina di persone tra il pubblico – Meyer ha spiegato che le stime sui costi e benefici del completamento del progetto AlpTransit rendono molto difficile la sua concretizzazione.

Adesione unanime del Ppd

Dopo il rapporto unanime di settimana scorsa della Commissione della gestione in Consiglio comunale a Bellinzona, oggi anche il gruppo Ppd ha dichiarato che sosterrà compatto il messaggio municipale al voto durante la seduta di legislativo lunedì prossimo. Il nuovo stabilimento Ffs e il concetto urbanistico sul comparto attuale rappresentano secondo i pipidini una “finestra di opportunità da non chiudere”.  Al Municipio viene però chiesto di monitorare la salvaguardia dei posti di lavoro e di garantire uno sviluppo pianificatorio armonioso. Dal gruppo Ppd arriva anche l’invito a vincolare l’acquirente affinché se il progetto a Castione dovesse saltare, avvenisse un’automatica riversione del sedime al Cantone.

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