Bellinzonese

Altri chiodi ad Anveuda, questa volta infilati nelle gomme

‘Nessun motivo, nessun avviso’, raccontano le vittime del presunto atto di vandalismo, che ricorda quanto successo nel 2013 su un sentiero comunale

10 ottobre 2018
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“Anveuda come il Far West” scriveva la stampa cinque anni fa a proposito della situazione verificatasi in questo monte dell’Alta Valle di Blenio, situato sopra Olivone, nella regione del Lucomagno. Se in quell’occasione gli autori (rimasti ignoti) interravano dei grossi chiodi smerigliati su un sentiero comunale con il risultato che gomme e scarponi venivano bucati, in questo caso i chiodi sono apparsi direttamente negli pneumatici di due automobili. La segnalazione ricevuta dalla ‘Regione’ parla di due singoli episodi successi lo scorso mese a circa una settimana di distanza uno dall’altro.

Nel primo caso due chiodi in ciascuna delle due ruote posteriori; nell’altro un chiodo in un unico pneumatico di cui il conducente si è accorto solo una volta rientrato al domicilio. Entrambi i veicoli, ci viene spiegato dai rispettivi proprietari, erano posteggiati sul terreno privato della loro casa di vacanza. “È la tecnica subdola che preoccupa”, viene sottolineato, in particolare perché “vengono colpiti i veicoli conficcando i chiodi lateralmente negli pneumatici rendendoli quindi irreparabili”. Le conseguenze per i conducenti, “oltre al notevole danno economico”, riguardano anche il pericolo a cui vengono esposti loro e altri utenti della strada circolando con un chiodo nella gomma che lascia fuoriuscire un po’ di pressione per volta.“Possono persino causare incidenti importanti nella impervia strada di accesso ai monti”, aggiungono.

Per il momento le vittime di questo presunto atto di vandalismo spiegano di non essersi rivolte alle autorità (ma stanno valutando di procedere in tal senso con una denuncia). Attraverso la loro lettera firmata desiderano però lanciare un messaggio: “Il responsabile o i responsabili di tali gesti deve o devono rendersi conto della rilevanza penale” di quanto commesso. E aggiungono: “Trattasi di gesti che discendono dalla pura cattiveria. Questi atti segnalano un disagio personale su cui tutti i residenti si interrogano. Se ci sono problemi, sconosciuti alla piccola comunità, il rispetto ed il confronto reciproco possono risolverli. Si faccia, o si facciano, avanti chi ritiene di aver il diritto di compiere questi atti. La viltà e la mancanza di coraggio non rientrano nell’espressione e stile di vita nostra e dei residenti”. Secondi gli autori della lettera, il gesto risulta ancora più incomprensibile alla luce dell’apparente assenza di una spiegazione alla sua origine. Le ragioni, sottolineano, “risultano assolutamente incomprensibili. Nessun motivo, nessun avviso, nessun atto di qualsivoglia natura ha un legame con queste ignobili azioni”.

Pneumatici e scarpone bucati, ma nessun autore

“Sono tornati i chiodi in quel di Anveuda”. Inizia così la segnalazione di due recenti episodi che inevitabilmente riportano alla mente i casi che nel 2013 sfociarono nell’apertura di un’inchiesta. Poco sopra l’abitato erano stati trovati a più riprese dei chiodi lunghi 15 centimetri appuntiti manualmente e conficcati in ceppi di legno posizionati lungo un sentiero comunale che in passato era stato al centro di diverse diatribe. Pericolose trappole che avevano causato cinque forature ai veicoli di una ditta che stava effettuando dei lavori nella zona e che aveva pertanto sporto denuncia contro ignoti alla Gendarmeria di Biasca. A una donna, la punta sporgente aveva inoltre trafitto lo scarpone. Nello stesso periodo, poco distante dal luogo in cui erano stati ritrovati i chiodi, era stata rinvenuta una mucca priva di vita a cui ignoti avevano sparato. Da noi contattata, attraverso il servizio stampa, la Polizia cantonale conferma che da allora non sono più giunte segnalazioni. Per quanto riguarda i casi del 2013, viene sottolineato, non è stato possibile promuovere l’accusa nei confronti di qualcuno e i gesti sono dunque rimasti impuniti.

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