Bellinzonese

Ricucitura di Rorè, le rassicurazioni del Ceo di Alfred Müller

In un'intervista esclusiva David Hossli risponde ad alcune critiche sollevate dai contrari e porta alcuni esempi, tra cui quello di Tenero

Luca Gazzaniga Architetti
14 settembre 2018
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A Roveredo la ricucitura del centro paese divide. In vista della votazione di domenica 23 settembre – tema unico il referendum contrario alla vendita, da parte del Comune, dei terreni su cui scorreva l’A13 al gruppo Alfred Müller per realizzare il progetto immobiliare ‘Roveredo Viva’ che ha vinto il concorso di progettazione – abbiamo intervistato in esclusiva il Ceo del gruppo zughese, David Hossli, che porta anche alcuni esempi concreti di loro esperienze simili.

Ritiene che il terreno venga svenduto, come sostengono i referendisti?

Vorrei ricordare che il prezzo del terreno è stato stabilito nell’ambito del concorso di progettazione, una procedura pubblica e trasparente durante la quale gli offerenti dovevano definire il valore del terreno e delle prestazioni aggiuntive. Gli altri concorrenti hanno offerto un prezzo simile al nostro. Perciò, senza alcun dubbio si tratta di un prezzo di mercato.

Nel bando era già previsto anche il contributo in opere pubbliche?

Esatto. Non bisogna pensare che il valore del terreno corrisponda solo ai 550mila franchi per l’acquisto. A ciò si aggiungono alcune opere pubbliche come fognature, illuminazione, piazze ecc. per 1,7 milioni di franchi e, in aggiunta, l’autosilo con 80 parcheggi a uso pubblico, il diritto di passaggio sul 40% delle superfici e una struttura con appartamenti per anziani in zona Mondan. Il bando prevedeva la realizzazione di opere pubbliche ma anche altri parametri, come un determinato indice di edificazione. Per intenderci, non era permesso – dalla pianificazione e dagli indirizzi della Confederazione – realizzare una villetta e un grande parco verde.

Quali rassicurazioni intende dare agli abitanti preoccupati che il progetto possa rovinare il paese?

Siamo degli investitori con una prospettiva a lungo termine e riteniamo dunque importante che il progetto cresca in modo equilibrato. In questo modo anche il Comune trarrà dei benefici. Le residenze sono pensate per accogliere una variegata tipologia di persone: coppie senza figli, single, famiglie, anziani. In questo modo si può garantire uno sviluppo demografico equilibrato per Roveredo. L’eterogeneità è molto importante per il successo del progetto. Si tratta di creare un centro integrato dal profilo architettonico e che dia alla gente opportunità di vivere in paese.

Perché il suo gruppo immobiliare ha scelto di investire 60 milioni proprio a Roveredo?

Alfred Müller è un’importante azienda familiare svizzera con oltre 50 anni di esperienza. Siamo attivi da decenni in Ticino con diverse offerte di immobili residenziali e commerciali per un totale di oltre 150 appartamenti e 50mila metri quadrati di spazio utilizzabile. Come azienda ci sforziamo costantemente di aumentare il nostro portfolio immobiliare e soprattutto la quota residenziale, in luoghi attraenti e centrali. Queste zone scarseggiano e l’acquisizione di terreni edificabili è diventata sempre più competitiva in tutta la Svizzera. Roveredo, all’ingresso della Mesolcina, è per noi una posizione privilegiata. Ci crediamo e vogliamo investire. Siamo anche attirati dalla sfida di poter dare un centro a un villaggio che non l’ha mai avuto. Lavoreremo sul progetto con entusiasmo e dedizione.

Cosa risponde a chi vi accusa di mera speculazione edilizia?

Noi non costruiamo per poi disfarci degli immobili, bensì per arricchire il nostro portfolio. Anche nel caso di Roveredo facciamo un investimento a lungo termine, per rimanere lì: sui circa 70-90 appartamenti previsti, intendiamo tenerne la metà nel portfolio.

Avete già realizzato progetti simili?

Sì. Per esempio in un’ex area industriale situata nel cuore del paese a Burgdorf, nel Canton Berna. Lavorando a stretto contatto con il Comune abbiamo realizzato spazi abitativi e commerciali. Per noi è un esempio di commercializzazione di successo in un contesto di mercato esigente. Abbiamo anche fatto convivere spazi abitativi e commerciali in un partenariato pubblico-privato con il Comune di Unterägeri, nel Canton Zugo, e la locale azienda di trasporti pubblici. Si tratta di un complesso ben frequentato e animato, con un’architettura di gran pregio, che ha permesso l’insediamento – oltre che di appartamenti – anche di vari negozi e spazi comunali. A Sud delle Alpi recentemente abbiamo infine realizzato un progetto con 80 unità abitative nel centro del paese di Tenero, che al momento risultano pressoché tutte affittate.

Residenza ai Fiori, ‘quartiere che piace’

Per capire le conseguenze che un progetto di tale portata possa avere su una realtà di dimensioni simili, volgiamo lo sguardo a Tenero-Contra, comune che negli ultimi anni ha accolto in centro paese 80 appartamenti realizzati da Alfred Müller in alcune palazzine vicino al palazzo comunale, sull’ex sedime Suter (serre di fiori). Il progetto non è ancora concluso, ma finora Alfred Müller ha investito circa 40 milioni su 15mila m2.

Per il sindaco Marco Radaelli si tratta di un’esperienza molto positiva, anche grazie alla realizzazione di un parco e di parcheggi pubblici da parte dell’investitore. Nel comune del Locarnese quello dell’immobiliare zughese non è però l’unico progetto realizzato o in corso. Negli ultimi anni Tenero ha infatti vissuto un boom edilizio che l’ha portato, nel giro di 5 anni, a un aumento di circa 300 abitanti, che ora hanno raggiunto quota 3’200 (circa 2’550 sono invece i residenti a Roveredo). L’elevata edificazione non ha avuto lo stesso riscontro ovunque, spiega da noi contattato il sindaco. Alcuni palazzi hanno in effetti ancora diversi spazi sfitti. Diverso il caso della Residenza ai Fiori realizzata da Alfred Müller, dove è libero un solo appartamento su 80. Segno, secondo Radaelli, che l’immobiliare ha saputo lavorare con impegno e qualità mettendo a frutto un’esperienza di parecchi decenni. Un successo a cui ha contribuito anche l’ottima ubicazione vicina al raccordo stradale e alla stazione Ffs, nonché a scuole e servizi. «L’idea di un complesso così grande faceva paura a tutti, ma adesso che è quasi finito piace. È un bel quartiere, fatto bene».

Tra le conseguenze del boom edilizio – che ha portato categorie variegate di abitanti – vi è la necessità di ampliare le scuole comunali ormai vetuste. Il progetto da 12 milioni è al momento in fase di progettazione. «Il Comune si deve adeguare, fa parte del gioco», dice il sindaco. «A chi in paese si lamenta per i troppi palazzi, rispondo che è la pianificazione adottata quasi 30 anni fa a prevedere indici edificatori di questo genere», sottolinea il sindaco. Infine un consiglio ai roveredani: «Anche se è comprensibile, non vale la pena spaventarsi».

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