Bellinzonese

Nuove Officine, a Castione piove scetticismo

Le Ffs hanno incontrato oggi i proprietari dei terreni: dubbi e critiche dai legali delle ditte e dei privati a rischio espropriazione

Ti-Press
14 giugno 2018
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Si va dalla coppia di anziani che al confine sud vive da decenni nella propria dignitosa abitazione e, considerata l’età avanza, reagisce con filosofia alla novità annunciata dalle Ferrovie; a una ditta (la Belbenna) che nel proprio nuovo stabilimento di medie dimensioni impiega una ventina di dipendenti nella gestione di rifiuti edili; al pensionato che oltre alla propria casa ha anche 8mila metri di prato dove pascolano alcune mucche e pecore; ai proprietari di terreno agricolo Sac vasto decine di migliaia di metri; fino alla Otto Scerri che includendo anche la Genio Beton e una parte di Mancini & Marti (in tutto oltre 400 operai) in quel comparto supera i 190mila metri quadrati. E poi c’è il Comune di Arbedo-Castione, che dall’arrivo della prevista nuova Officina Ffs a nord del viadotto in direzione di Claro rischia di non guadagnare un franco, perché le Ferrovie non sono una ditta che porta indotto economico, ma al limite prestigio per il fatto di portare lì una struttura ambita. Tutto ciò si è riversato ieri pomeriggio al Centro Cast dove i vertici delle Ferrovie hanno incontrato i proprietari per esporre loro – a grandi linee – cosa comporterebbe l’arrivo del nuovo stabilimento.

Gli interessi in gioco

Le Ffs hanno ribadito che i 150’000 metri quadrati individuati rappresentano, per ora, ‘solo’ la superficie riservata per poter avviare l’iter progettuale. Ciò che in questa seconda fase compete all’Ufficio federale dei trasporti. Spetta infatti all’Uft, entro i prossimi sei mesi, procedere con la definizione della zona di progettazione e avviare una prima fase di consultazione durante la quale i proprietari potranno inoltrare le loro osservazioni. Idem il Municipio, coordinato dal sindaco Luigi Decarli, che ieri mattina ha accolto le Ferrovie al Centro civico e ha presenziato all’incontro pomeridiano. Durante il quale sono fioccati, com’era prevedibile, interrogativi e dubbi.
La parte del leone l’hanno fatta i legali delle ditte e dei privati che rischiano di venire espropriati in parte o del tutto. Avvicinati dalla ‘Regione’, i legali della Belbenna, avvocato Luca Zorzi, e del proprietario di un vasto appezzamento Sac, avvocato Carlo Postizzi, sottolineano l’esigenza di considerare adeguatamente i rispettivi interessi: da una parte la volontà di poter proseguire l’attività spostandola magari a nord del previsto stabilimento industriale, valorizzando così ulteriormente il finora mai decollato comparto produttivo di Castione situato a ovest della linea ferroviaria; dall’altra il timore di restare senza nemmeno un metro quadrato di terreno verde, un ‘vuoto’ quasi esistenziale che verrebbe compensato solo parzialmente dall’incasso finanziario derivante dall’esproprio, pari a 15-20 franchi al metro quadrato, un decimo del valore prevedibile per i terreni industriali. Da qui la critica di fondo secondo cui le Ferrovie sin dalla fase d’individuazione del comparto per le Officine avrebbero dovuto coordinarsi meglio con le autorità cantonali e comunali, oltre che con i proprietari.
A rischiare grosso è anche il gruppo Otto Scerri, che nell’area riservata per le Officine si è vista inserire 23mila metri: «Ma come si fa a improvvisare così? Qui stiamo realizzando la nuova sede amministrativa, che in futuro rischia di non poter avere la distanza necessaria dai confini. Dovevano contattarci prima», commenta l’avvocato Franco Gianoni.

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