Bellinzonese

Ancora problemi a Spazio Aperto: intervento di polizia domenica

La rissa è avvenuta in occasione della festa di battesimo per un bambino eritreo. Vicinato stanco di schiamazzi e disturbo

30 maggio 2018
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«Adesso basta: schiamazzi e botte non devono capitare». È delusa Ivana Petraglio, presidente dell’associazione Spazio Aperto che si occupa anche di gestire lo stabile in via Gerretta a Bellinzona. Realizzato a inizio degli anni 90 su iniziativa di Padre Callisto, viene utilizzato come luogo d’incontro per eventi sociali e culturali e può essere affittato per feste private. Una di queste è degenerata la scorsa domenica sera, quando un gruppo di giovani facente parte degli eritrei che stavano utilizzando il centro è uscito fuori dalla porta a litigare e a mettersi le mani addosso, spaventando il vicinato. Per sedare gli animi sono intervenute tre pattuglie con sei agenti, in parte della Cantonale e della Comunale. Il comandante della PolCom di Bellinzona Ivano Beltraminelli conferma l’intervento spiegando che si trattava di una lite tra ubriachi che non ha però richiesto la necessità di porre in stato di fermo i protagonisti.

Partecipanti alla lite che, stando a nostre informazioni, sarebbero in buona parte minorenni. «La causa è l’immaturità dovuta all’adolescenza: non hanno valutato bene il tasso di sopportazione dell’alcol», sottolinea Ivana Petraglio. Di fronte alla richiesta di affittare il centro da parte di un gruppo di eritrei, l’associazione ha deciso di dare una seconda possibilità alle persone che già qualche mese fa avevano richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. In quell’occasione si trattava di una festa di matrimonio sfociata in un pestaggio sul parcheggio pubblico adiacente. «Nessun altro posto vuole più ospitare questo gruppo a causa di problemi causati in passato, ma visto il nostro scopo sociale di integrazione e di apertura abbiamo deciso di accettare la loro richiesta, in particolare perché si trattava di una festa di battesimo alla presenza di famiglie con bambini e gli orari di svolgimento erano diurni, dalle 10 alle 20, più due ore per la pulizia», sottolinea la presidente dell’associazione.

L’evento era sorvegliato

«Dovrebbe essere un luogo motivo d’orgoglio e non di degrado», sottolinea un vicino che si fa portavoce del disagio provato dagli abitanti. Nel corso degli anni sono infatti numerosi gli episodi di disturbo e di rifiuti abbandonati a cui hanno dovuto assistere. Oltre alle segnalazioni alla polizia cittadina, c’è anche chi ha sporto denuncia, poi sfociata in un non luogo a procedere. «Gestire un centro del genere all’interno di un quartiere residenziale è molto difficoltoso – spiega Ivana Petraglio –. Cerchiamo di fare il possibile per accogliere i gruppi in ottica di integrarli sul nostro territorio, è un peccato che succedano episodi del genere che annullano il nostro impegno per evitare screzi». La presidente ricorda per esempio che era stata creata un’area fumatori per evitare che gli ospiti recassero disturbo ai residenti della zona uscendo a chiacchierare fuori da Spazio Aperto. Inoltre, dopo lo sparo di botti in occasione del Capodanno 2017 e la violazione delle proprietà private da parte dei partecipanti alla festa, l’associazione aveva deciso di non permettere più l’utilizzo del centro per manifestazioni incustodite. «Sul posto c’è sempre un nostro collaboratore oppure un agente di sicurezza privato», spiega Petraglio. Anche domenica era presente un dipendente del centro, che in serata quando è scoppiato un forte temporale si è allontanato dai partecipanti per chiudere alcuni serramenti. Proprio in questo frangente non si è accorto che un gruppetto di giovani è uscito dalla porta d’entrata: qui, sotto la pioggia scrosciante, è scoppiata la lite all’origine della telefonata alla polizia da parte del vicinato.

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