Bellinzonese

Claro: l'armadietto dove lo metto

Un abitante del nucleo critico sulla soluzione realizzata fuori terra. L’Amb concorda: ‘Ma non c’erano alternative’

26 maggio 2018
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Un abitante di Claro si è rivolto al Municipio di Bellinzona sottoponendogli un 'caso' materializzatosi sotto la finestra di casa. L’oggetto della contesa è costituito da due armadietti elettrici spuntati in zona Pasquei, in un angolo di paese caratterizzato da acciottolato ed edifici secolari in gran parte ristrutturati e usati come abitazioni primarie. Due armadietti inconciliabili con quanto già esistente, obietta il nostro interlocutore
che ha segnalato il caso anche alla ‘Regione’. Perché, dunque, non si è potuto fare altrimenti? Magari interrando anziché posando fuori terra? Mauro Suà, direttore dell’Azienda multiservizi Bellinzona (Amb), ha risposto via lettera alla sollecitazione spiegando che i due manufatti “fanno parte del programma d’investimenti progettati, approvati e iniziati a suo tempo dall’ex Comune di Claro e atti a migliorare sensibilmente la
qualità delle infrastrutture pubbliche del paese (canalizzazioni, acqua potabile, rete elettrica interrata e telecomunicazioni)”.

L’armadietto più piccolo concerne la distribuzione di energia elettrica e quello più grande la predisposizione per il servizio di fibre ottiche. L’intervento “permetterà d’interrare le linee per la distribuzione di elettricità che a Claro sono ancora in gran parte aeree (ricordiamo che la rete è stata gestita sino a fine 2017 dalla Società elettrica sopracenerina) e di realizzare una rete performante di telecomunicazioni basata su fibra ottica a tutto vantaggio del territorio e dei cittadini di Claro”.

‘Non s’inseriscono in modo ottimale’

Fin qui la questione appare ‘pacifica’. “Accanto ai vantaggi sopra illustrati – giunge al dunque il direttore dell’Amb – conveniamo che vi sono anche degli aspetti delicati come la posa dei necessari armadietti in base al progetto approvato in un contesto non sempre facile com’è il caso del nucleo vecchio di Claro. Conveniamo anche che i due armadietti, così come posati, non s’inseriscono effettivamente in modo ottimale, ciò che è dovuto a tutta una serie di fattori antecedenti alla ripresa da parte nostra del progetto approvato e dei lavori di esecuzione iniziati ancora sotto l’egida dell’ex Comune di Claro”.

Risulta infatti che gli armadietti “sono parte integrante del progetto originale della Ses che abbiamo ripreso tale e quale per quanto riguarda la conduzione della fase esecutiva. Il progetto generale, datato marzo 2014, è stato gestito dal precedente Municipio, così come la procedura di approvazione”. Quanto all’ubicazione degli armadietti, è stata decisa “in base a esigenze tecniche legate alla zona da servire e, non meno importante, quale unico sedime pubblico disponibile con spazio sufficiente in un nucleo dove altra ubicazione avrebbe compromesso il passaggio lungo le strette carrali che lo contraddistinguono”.

Ma non è tutto: secondo l’Amb un ulteriore impedimento, emerso in fase esecutiva, “è dato dalla presenza di un vecchio grotto-cantina che si trova in parte sotto il sedime pubblico e che ha impedito l’inserimento degli armadietti nel muro come sarebbe senz’altro stato meglio fare”. Perciò le soprastrutture “hanno dovuto essere giocoforza posate in una posizione distaccata di un metro, salvaguardando tra l’altro anche la cappelletta”. A questi fattori si aggiunga che l’infrastrutturazione del nucleo “risulta difficile” e che la collaborazione con i privati per l’inserimento dei manufatti sui loro sedimi “non sempre è data”. Alternative possibile? L’unica – a mente dell’Amb – sarebbe la rinuncia a intervenire con l’aggiornamento delle infrastrutture di servizio pubblico, “ciò che, già solo per la parità di trattamento di tutti i cittadini,
non rappresenta la via auspicata”. A ogni modo, anche a seguito della segnalazione, l’Amb valuterà “se non sia possibile un migliore inserimento dei due manufatti, ritenuto che gli spazi di manovra sembrano però essere assai esigui”.

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