Bellinzonese

Emerge la foto del 19enne che imbraccia un Kalashnikov

Sentimenti di paura e sconcerto tra gli allievi della Scuola di commercio, che auspicano maggiore comunicazione. Trasferimento in clinica per il ragazzo

11 maggio 2018
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Paura, ansia, amarezza, sconcerto. Sono i sentimenti che aleggiano stamattina tra i corridoi della Scuola cantonale di Commercio, da ieri al centro dell'attenzione per l'arresto di uno studente 19enne di classe terza sospettato di voler irrompere nell'istitito e fare una strage tra studenti e docenti. Il giovane sotto arresto, come ha riferito la 'Rsi', è stato nel frattempo trasferito in una clinica psichiatrica e una volta interrogato ha negato di aver avuto cattive intenzioni. Mentre le bocche della direzione rimangono chiuse – il direttore Adriano Agustoni dichiara solo "Oggi ci occupiamo della comunità" – gli allievi della scuola parlano e chiedono di parlare.

"È inconcepibile che la direzione non abbia riunito tutti gli allievi per spiegare l'accaduto e siamo venuti a saperlo dai giornali", sottolinea una ragazza e ce lo sentiamo ripetere da molti altri. Solo i compagni di classe sarebbero stati avvisati ieri sera attorno alle 21 sul fatto che stamattina le prime due ore di lezione sono state annullate. La direzione ha inoltre inviato un comunicato ai propri docenti. Docenti che stamattina hanno in parte fatto lezione, in parte parlato dell'arresto e delle sensazioni emerse. "Avremmo dovuto fare una verifica stamattina, ma la docente ha preferito rimandarla e affrontare con noi quanto successo", ci viene raccontato. In aula però non si parla di fatti, essendo gli insegnanti stessi ancora poco informati sull'accaduto, bensì di sentimenti e reazioni. "Io oggi non volevo neanche venire a scuola per la paura", ci sentiamo dire.

All'inizio del vialetto che porta al cortile della scuola è appostata un veicolo della Polizia cantonale con alcuni agenti. "La loro presenza non mi rende più sicura. Anzi, non capisco proprio cosa stiano facendo lì". In effetti nel resto del comparto la routine scolastica prosegue come in un normale venerdì mattina. Ma basta far riferimento all'arresto di ieri per far calare il silenzio tra i gruppetti di giovani in pausa. "Sono sconvolta, non mi sarei mai aspettata che una cosa del genere potesse capitare in Svizzera". Un pensiero che si fa largo tra compagni e famiglie, accompagnato da molte domande sul perché il 19enne detenesse a casa tante armi e se fossero tutte autorizzate. Intanto emerge una fotografia inquietante, mostrataci proprio da una ragazza: il giovane arrestato ha pubblicato su un social qualche giorno fa un'immagine di lui che imbraccia un Kalashnikov AK47.

La direzione della scuola: 'A disposizione'

In una nota inviata alle redazioni, la direzione della scuola spiega di essere “rimasta a disposizione durante l’intera giornata di tutti coloro i quali hanno sentito la necessità di un sostegno o di un contatto”. A titolo di supporto della comunità scolastica, “la Polizia cantonale sta garantendo nella giornata odierna una permanenza discreta all’interno degli spazi scolastici”. Considerata la gravità della minaccia e le ripercussioni emotive che essa ha provocato nelle persone che fanno capo all’istituto, “è stato messo a disposizione un servizio di sostegno psicologico rivolto ad allievi, docenti e personale amministrativo. Si rivolge un ringraziamento riconoscente a chi ha sentito la responsabilità e il dovere di informare prontamente la direzione sull’insorgere e il succedersi dei fatti descritti, in particolare allievi e docenti. Si ringraziano le autorità scolastiche e di polizia che si sono rese disponibili a far fronte alle costanti sollecitazioni in una circostanza delicata e con tempistiche forzatamente di emergenza”.

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