Finanze

Troppi debiti per Cadenazzo

Il Piano finanziario prevede che l'indebitamento pubblico aumenterà fino al 2020, raggiungendo un pro-capite, ritenuto elevato di 4’537 franchi

Infografica laRegione
17 aprile 2018
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Cadenazzo sempre più lontana dall’obiettivo di equilibrio finanziario. Questa la conclusione che si trae analizzando la radiografia eseguita dalla società di consulenze Bdo sul Comune che, come noto, non ha aderito al progetto di aggregazione con Bellinzona. Nel rapporto, pubblicato di recente basandosi sui dati di Consuntivo 2016 e sui Preventivi 2017 e 2018, emerge preoccupazione sul grado di autofinanziamento (rapporto tra autofinanziamento e investimenti netti), del 37 per cento: “sensibilmente inferiore” a quanto auspicato dalle esigenze di una sana situazione finanziaria di un ente pubblico.

Dal 2017 al 2020 le uscite si stima che schizzeranno da 9,6 a 10,5 milioni di franchi, mentre le entrate sono in sé stagnanti (da 9,9 a 10 milioni). Difficoltà che si riscontrano anche a livello di debito pubblico, che crescerà fino a un pro capite di 4’537 franchi nel 2020. Un livello anche questo preoccupante perché supera il valore medio cantonale (4’512 franchi nel 2015); quasi allarmante se rapportato ai valori di riferimento menzionati sempre dal rapporto che indicano un debito pubblico elevato se il pro capite si situa tra i 3mila e i 5mila franchi (eccessivo se si supera questa ultima soglia). Può consolare il fatto, come ricordato dagli esperti Bdo, che questi ultimi anni siano caratterizzati – per tutti – da fattori di incertezza, una situazione di difficile valutazione (poiché non tutti i settori sembrano essere toccati allo stesso modo dalla crisi) con conseguenze sul piano politico e legislativo.

Che fare? Di soluzioni vere e proprie nel rapporto non ne vengono esplicitate. Certo è che emerge un quadro problematico, che deve portare a correzioni di rotta. Quali? La prima, scontata, è quella del rigore nel controllo delle spese, aggiornando costantemente il piano finanziario quale strumento di gestione. Il secondo cambiamento, a margine dell’analisi, più doloroso, riguarda il moltiplicatore, al 92 per cento (va detto qui che le proiezioni sono state calcolate ipotizzando la stessa percentuale per l’intero piano). Impossibile non parlare di questo tasso fiscale, alla luce anche dell’assottigliamento del capitale proprio con i disavanzi di esercizio. In cassa alla fine del piano finanziario non resteranno infatti che 2,9 milioni di franchi, a fronte dei 3,4 milioni ascritti a fine 2016. Dai calcoli degli esperti Bdo emerge più chiaramente che il moltiplicatore aritmetico è costantemente superiore a quello politico già a partire dal 2018, con un importante aumento fino al 2019, per infine stabilizzarsi – al 103 per cento – nel 2020. In cifre assolute, considerando l’evoluzione di entrate e uscite nel Comune del Bellinzonese che mostra una forbice crescente tra spese e risorse (invero queste superiori alle uscite ancora nel 2017), arriviamo a un debito pubblico netto stimato a 13,2 milioni di franchi per la fine del quadriennio preso in esame, che equivale a un aumento del 90 per cento.

Nel dettaglio la società di consulenza mette in guardia le autorità locali su altri cambiamenti che a livello regionale e cantonale rischieranno di pesare negli anni a venire tra i quali, menzioniamo: il riversamento degli utili Amb e privativa (con una diminuzione dei versamenti da 380mila franchi nel 2017 ai 150mila previsti nel 2019); la progressiva diminuzione (fino all’azzeramento, su decisione del Gran Consiglio) della partecipazione ai proventi dell’imposta sugli utili immobiliari. E – infine, altro esempio – il capitolo rimborsi da enti pubblici, con la mancata partecipazione di Gudo (aggregatosi invece a Bellinzona) per lo stipendio del tecnico comunale: ora alle dipendenze esclusive di Cadenazzo.

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