Bellinzonese

'Unabomber' bellinzonese indagato anche per furto

Il 19enne comprava i petardi in Italia e li assemblava per fare più rumore. Contesta l'accusa di danneggiamento per l'ordigno piazzato davanti a un negozio

Ti-Press
22 marzo 2018
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L’autore dei botti che a più riprese hanno 'animato' durante l'inverno le serate dei bellinzonesi – o almeno buona parte di essi – comprava i petardi in Italia (nelle zone di confine appena al di là della frontiera) e ne assemblava diversi per raggiungere l’obiettivo: generare la deflagrazione più forte possibile. E godersi il momento, ovvero l’eco mediatica generata, episodio dopo episodio, dal suo comportamento massicciamente commentato sui social media per diverse settimane.

È quanto emerge dall’inchiesta sul 19enne della regione fermato a inizio mese grazie alle testimonianze raccolte dagli agenti e al materiale residuo di uno scoppio trovato dalla Polcom vicino all’ex Stallone. Inchiesta assunta dalla Polizia cantonale e nel frattempo passata dal procuratore pubblico Moreno Capella alla collega Pamela Pedretti che su di lui aveva già aperto tempo fa un incarto per furto. Dalle indagini sui botti emerge che il 19enne, cittadino svizzero, si è assunto tutte le responsabilità degli episodi che vedono coinvolti suoi amici, come nel caso del petardo fatto scoppiare nottetempo davanti alla vetrina di un negozio in città. Il cui impianto di videosorveglianza ha ripreso la scena, finita poi in mano alla polizia grazie all'iniziativa dei proprietari.

Per il resto, interrogato ha spiegato di aver posizionato gli ‘ordigni’ nella maggior parte dei casi in zone discoste, soprattutto in golena, talvolta infilandoli nei bidoni della spazzatura, evitando luoghi abitati. Talvolta si portava appresso degli amici cui interessava assistere al botto. Nel frattempo, considerata la sua situazione personale e familiare, la Procura lo ha segnalato ai servizi sociali, dov'era peraltro già noto. Le ipotesi di reato, oltre a quella di furto, rimangono quelle di disturbo della quiete pubblica, danneggiamento (che il 19enne contesta ritenendo di non aver arrecato conseguenze negative al negozio), infrazione alla Legge federale sulle armi, sugli accessori di armi e sulle munizioni. Nel frattempo, non si sono ripetuti altri episodi.

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