Bellinzonese

Processo Ombra 3, chiesti 2 anni e 10 mesi per un bodiese

Accusato di aver trasportato da Bellinzona a Milano 16 kg di cocaina, respinge l'accusa e fa scena muta in tribunale. Per l'Accusa un agire altamente criminale

Ti-Press
13 marzo 2018
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Anche oggi, nell’aula minore del Tribunale penale federale di Bellinzona, si è avvalso della facoltà di non rispondere sui fatti imputatigli, dopo averlo fatto durante tutta l’inchiesta condotta dal Ministero pubblico della Confederazione. Ora rischia 2 anni e 10 mesi di carcere: questa la proposta di pena formulata dal procuratore Alfredo Rezzonico nei confronti dell’imputato 63enne di Bodio che già nel 2010 era stato condannato a 4 anni e 6 mesi dal Tribunale penale cantonale, poi ridotti di tre mesi in Cassazione, per il medesimo reato, infrazione aggravata alla Legge stupefacenti.

Allora, nell’ambito dell’inchiesta Cobu, come oggi – terza puntata dell’inchiesta Ombra su un traffico internazionale di cocaina fra Bolivia, Brasile, Spagna, Svizzera e con destinazione Italia – è accusato di aver adottato «un agire criminale d’alto grado», secondo l’Accusa. Ma pure adesso lui si dichiara estraneo ai fatti, facendo scena muta. Il suo legale, avvocato Nadir Guglielmoni, ne ha chiesto l’assoluzione rimarcando l’assenza di prove sul presunto trasporto a due riprese, nell’agosto e novembre 2008, di 16 kg di cocaina da Bellinzona a Milano. Droga, secondo l’Accusa, consegnatagli da alcuni corrieri sudamericani giunti in Svizzera per conto di un’organizzazione basata in Bolivia con agganci in Europa; la stessa per la quale sono già state condannate in Ticino nove persone nell’ambito di Ombra 1 e Ombra 2.

Oltre all’assenza di prove, la difesa ha definito contraddittorie le dichiarazioni fatte da altre persone pure coinvolte nel medesimo traffico, alcune peraltro già condannate in passato. Fra queste, una in particolare, quella che ha maggiormente collaborato con gli inquirenti, interrogata ha detto di non essere certa della consapevolezza del bodiese sul contenuto delle valigie che trasportava con la propria vettura a Milano. Destinatario un avvocato lombardo – a suo tempo pure arrestato in Italia per traffico di coca – che interrogato per via rogatoriale non ha ammesso alcunché sulla pendenza elvetica. Di più, ha fatto sapere al procuratore Rezzonico che non avrebbe preso parte al processo odierno. Infatti non si è presentato e la Corte ha deciso di disgiungere le cause, rinviando il secondo incarto alla Procura federale.

Stando all’Accusa l’agire fuorilegge del 63enne è corroborato da tutta una serie di elementi che uniti portano alla sua colpevolezza. Oltre al precedente specifico con condanna del 2010, nell’ambito del quale aveva operato con alcune delle persone coinvolte in Ombra 3, vi sono agli atti scambi di messaggi e mail con la moglie di uno dei principali trafficanti italiani ritenuti coinvolti. Non solo, al rientro da una consegna di valigie a Milano, le guardie di confine hanno scoperto sulle sue mani, sul volante, sul pomello del cambio e sulle banconote tracce di cocaina. L’imputato ha minimizzato, ribadendo ancora ieri di aver conosciuto e frequentato tutte quelle persone solo a fini commerciali perfettamente legali. Affari tuttavia mai andati in porto. La sentenza sarà pronunciata il 26 marzo.

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