Bellinzonese

Gita di studio, meta contestata alle Medie di Lodrino

Gli allievi di una quarta hanno scelto Lione. 'Città pericolosa', secondo alcuni genitori. Il Decs: 'Ascoltare e costruire il rapporto di fiducia'

Ti-Presss
10 marzo 2018
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Un sedicente ‘Gruppo di genitori preoccupati’ negli scorsi giorni si è rivolto con due lettere alla direttrice della Scuola media di Lodrino e alla Direzione dell’istituto, con copia ai media, criticando la scelta di Lione come meta di una classe di quarta per la gita di studio agendata in giugno. Sostenendo – in base a informazioni reperite sui portali di alcuni Stati – che la città sarebbe una delle cinque più pericolose di Francia, gli anonimi estensori ritengono che la scelta non tenga conto della sicurezza dei ragazzi e che la Direzione dovrebbe inviare ai genitori una presa di posizione scritta su temi ritenuti sensibili quali anche i costi, la lontananza, l’importanza culturale, ecc. La meta di una gita è da sempre tema di discussione fra genitori e figli, e talvolta per più motivi (che vanno appunto dalla sicurezza all’impegno finanziario richiesto alle famiglie) può esserci reticenza. La direttrice d’Istituto e la capo Sezione insegnamento medio al Decs, interpellate dalla ‘Regione’ forniscono chiarimenti che aiutano a inquadrare la situazione specifica e quella più generale.

La direttrice Concetta Melena – che si dice sempre ben disposta ad accogliere e ascoltare genitori preoccupati per i più disparati motivi – spiega che la docente di classe ha sottoposto agli allievi quattro possibili mete, fra cui Toscana, Venezia e Lione. Democraticamente gli allievi hanno optato per la città francese – dove peraltro altre classi ticinesi si sono recate, con successo – incuriositi dall’averla nel libro di testo in francese e per la sua importanza storica. Il viaggio in treno toccherebbe dapprima Ginevra, con visita alla sede Onu, mentre a Lione (situata a 150 km da Ginevra) verrebbero visitati la città vecchia, l’Istituto Lumière (temi: storia del cinema e propaganda politica durante la seconda guerra mondiale) nonché i luoghi della resistenza e il Museo di storia naturale. La docente di classe nella fase di pre-iscrizione, dopo essere stata interpellata da alcuni genitori preoccupati, li ha convocati tutti e incontrati per esporre i dettagli e rispondere a eventuali preoccupazioni: una famiglia, che ha contestato la scelta della meta, ha fatto sapere che non avrebbe partecipato all’incontro, né avrebbe iscritto il/la figlio/a alla gita di studio; questa seconda decisione è stata adottata da altre due famiglie. Pre-iscritti infine 20 allievi su 23.

Utile ascoltare e approfondire

Allargando il discorso al senso delle gite di studio, la capo Sezione insegnamento medio Tiziana Zaninelli premette che si tratta di attività strettamente legate al programma d’insegnamento: «Paragonarle a ‘passeggiate’ è quindi riduttivo». Quanto alle decisioni dei genitori, «la scuola deve rispettarle, quali che siano i motivi a monte». E se si ha il sentore che una meta possa suscitare timori in più famiglie, come nel caso specifico, «ritengo utile che la Direzione convochi i genitori di tutta la classe per un incontro mirato ad approfondire». Cosa che la Direzione di Lodrino farà prossimamente: «In linea generale ritengo comunque che una componente fondamentale sia il rapporto di fiducia tra famiglie e scuola. Va costruito in tanti modi negli anni, confidando che lo sforzo profuso sia recepito dai genitori».

Tra periferie e Svizzera

Lione, dunque, città pericolosa? Non per il portale della Confederazione citato nella lettera anonima, che elenca tuttavia i fatti più gravi accaduti negli ultimi anni in Francia. Mentre quello della Farnesina (Ministero affari esteri italiano) spiega che “Parigi, Marsiglia, Montpellier, Nizza e Lione richiedono una particolare attenzione a causa della diffusa microcriminalità a danno di turisti, particolarmente nelle zone periferiche”. Tante altre città europee presentano peraltro i medesimi rischi. E se si legge quanto la Farnesina scrive della Svizzera, si scopre che “nonostante la situazione relativa alla sicurezza sia al momento buona su tutto il territorio svizzero, il Paese condivide col resto dell’Europa la crescente esposizione al rischio del terrorismo internazionale”.

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