Bellinzonese

Cubetti portoghesi a Giubiasco, l'impresa ammette l'errore

Cantiere di Cima Piazza: a fornire il granito estero non è stato il gruppo Maurino, bensì una società italiana

8 marzo 2018
|

Il ‘caso’ del cantiere di Cima Piazza a Giubiasco è sintomatico di quanto può succedere nell’ambito delle commesse pubbliche: se nel capitolato d’appalto non viene specificata la provenienza del prodotto richiesto, la ditta che inoltra la propria offerta può cercare sul mercato internazionale il prodotto idoneo e al miglior prezzo. Obiettivo: elaborare un’offerta competitiva, a vantaggio proprio e del cittadino contribuente. Dopo l’articolo di ieri, nel quale confermavamo l’avvenuta posa a Giubiasco di cubetti in granito portoghese anziché del richiesto gneiss, oggi forniamo la spiegazione dell’impresa Mancini & Marti Sa di Bellinzona cui l’ex Comune aveva aggiudicato fornitura e posa delle superfici in pietra. Prima però una doverosa correzione e le scuse: a fornire alla Mancini & Marti i cubetti in granito portoghese non rispettosi del capitolato, non è stato il gruppo Maurino della Riviera (il cui titolare afferma anzi di aver segnalato l’anomalia al Comune) bensì una ditta italiana da cui Mancini & Marti si approvvigiona nell’ambito delle proprie attività. La ditta Maurino ha per contro fornito tutte le altre componenti richieste, come previsto provenienti dalla Riviera.

Quanto al granito portoghese, il direttore della Mancini & Marti, Fabrizio Bellini, si dice dispiaciuto dell’accaduto e pronto a individuare una soluzione col Dicastero opere pubbliche. Eccola: sarà tolto tutto il granito portoghese ancora sostituibile senza compromettere l’avanzamento del cantiere, e verrà sostituito con gneiss della Riviera; ancora da definire chi sopporterà il maggior costo. Quanto all’accaduto, Bellini da una parte ricorda che nel capitolato per i cubetti (1’200 metri quadrati) veniva chiesto gneiss, ma senza la specificazione “tipo Riviera”. Da qui, essendo lo gneiss un granito, l’impresa ha ritenuto possibile cercare sul mercato granito con le medesime caratteristiche tecniche dello gneiss e a un prezzo inferiore. Questo prezzo (20% sotto lo gneiss della Riviera) è stato indicato nell’offerta senza specificare (perché non richiesto) che si trattasse di granito (tanto meno portoghese) anziché gneiss. Inoltre, nonostante l’offerta complessiva non fosse fra le più vantaggiose, Mancini & Marti si è aggiudicata l’appalto per essere stata la sola a presentare un piano lavori corretto. Che peraltro ha superato l’esame ricorsuale avviato da altre concorrenti. Quanto al subappalto, che obbligherebbe la Mancini & Marti a verificare il rispetto delle condizioni lavorative, salariali e sociali della ditta fornitrice italiana e magari anche di quella portoghese, il direttore Bellini evidenzia che nel capitolato era indicato che il subappalto “è ammesso” per “fornitura e posa della pietra naturale”. Perciò ritiene che le due posizioni vadano considerate insieme e non singolarmente. In altri termini, l’impresa approvvigionandosi di pietre non fa subappalto, bensì acquista. Si sarebbe trattato di subappalto se avesse incaricato una ditta specializzata in selciatura di eseguire i lavori e reperire la pietra.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔