Bellinzonese

Botti a Bellinzona, fermato un 19enne

La Polizia è risalita a lui grazie al ritrovamento dei resti dell'ordigno. Si assume tutta la colpa: altri lo avrebbero affiancato, ma senza un ruolo attivo

Ti-Press
6 marzo 2018
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Il “mistero“ dei botti bellinzonesi è destinato a risolversi ben presto. La Polizia ha infatti fermato oggi un 19enne cittadino svizzero domiciliato nella regione, a cui si è risaliti “grazie al ritrovamento di resti dei botti”, come abbiamo riferito nell'edizione odierna. “La perquisizione presso il suo domicilio – aggiungono polizia e Ministero pubblico in un comunicato – ha permesso di rinvenire dei petardi”. Nei suoi confronti si ipotizzano i reati di disturbo della quiete pubblica, danneggiamento e infrazione alla Legge federale sulle armi, gli accessori di armi e le munizioni. Al giudice dei provvedimenti coercitivi il compito di verificare la richiesta d'arresto formulata dal procuratore pubblico Moreno Capella, che potrebbe essere modificata in un collocamento in struttura per giovani problematici.

Due soli episodi ammessi

Il giovane – attualmente nullafacente e seguito da un tutore – potrebbe essere recidivo. Sono infatti in corso “accertamenti relativi ad altri casi simili avvenuti negli scorsi mesi in altre regioni del Ticino”. Ma allo stato attuale dell'inchiesta, egli ammette solo due episodi. Mentre è noto che i botti a Bellinzona, una ventina, andavano avanti da metà dicembre.

Li faceva scoppiare nei container

Molte persone si sono chieste, in queste settimane, come mai le esplosioni fossero così forti e si udissero a chilometri di distanza. Il mistero è presto spiegato: gli ordigni rudimentali – assemblati dallo stesso 19enne – venivano accessi e lasciati nei container della spazzatura o nei tank dei rifiuti verdi. Quanto al fatto che abbia agito da solo, il giovane si assume attualmente tutta la responsabilità dell'accaduto. Tuttavia emerge che taluni coetanei lo avrebbero occasionalmente affiancato, pur non avendo assunto un ruolo attivo.

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