Bellinzonese

Bolla di Loderio, paradiso per il Birdwatching

Il biotopo alle porte della Valle di Blenio attira sempre più specie, come l’airone bianco maggiore. Il biologo Nicola Ferrari ne ha repertoriate più di 100

(Gianni Marcolli)
3 marzo 2018
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Appena un po’ più grande dell’airone ‘comune’ (cenerino), l’airone bianco maggiore è una delle specie che da qualche anno ha cominciato a svernare nella nostra regione. Elegante, raro fino a poco tempo fa in tutta la Svizzera, l’‘Ardea alba’ (questo il suo nome in latino) è tra i nuovi ospiti della Bolla di Loderio, alle porte della Valle di Blenio. Ci imbattiamo in un bell’esemplare di airone bianco in questo biotopo di importanza nazionale tra i Comuni di Serravalle e Biasca e prendiamo lo spunto per una chiacchierata con un conoscitore, il biologo Nicola Ferrari. Ferrari, docente di Scienze naturali, nell’arco di 16 anni ha compiuto una serie di osservazioni ornitologiche in queste zone riuscendo – per pura passione – a repertoriare più di 100 specie di uccelli, la maggior parte migratori. Queste zone – apprendiamo – sono popolate anche d’inverno da una trentina di tipi di volatili. Alla Legiüna – ci dice Ferrari – oltre all’airone bianco maggiore da qualche anno si possono scorgere altri nuovi uccelli, quali lo Smergo maggiore (Mergus merganser), una delle specie più grandi di anatra (diffusa principalmente in Scandinavia e Siberia e Nordamerica, che ha cominciato a nidificare sulle rive dei laghi e anche nelle città elvetiche); e il più noto, e temuto soprattutto dai pescatori, cormorano (Phalacrocorax carbo). I racconti di Ferrari sono vivi, testimonianze di esperienze fatte in prima persona. Il nostro interlocutore ricorda di essersi imbattuto in rapaci come il Biancone (‘Circaetus gallicus’), una specie con un’apertura alare che sfiora gli 1,80 metri che ha la particolarità di predare bisce e altri rettili (da lì il nome di aquila dei serpenti); e nel falco pescatore (‘Pandion haliaetus’), noto per le sue picchiate in verticale e che si nutre prevalentemente di pesci. «La Legiüna – riattacca il conoscitore – è interessante dal profilo naturalistico poiché è uno dei pochi posti dove nidificano due specie inserite nella lista rossa degli uccelli di Svizzera: il Corriere piccolo (Charadrius dubius) dalle caratteristiche parate e il Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos) – oltre al più conosciuto Martin pescatore (Alcedo atthis).

Più rispetto e tutela

Un ricco biotopo quindi, ma anche un fragile equilibrio, apprendiamo. Un ambiente cioè del tutto particolare che è messo in pericolo non tanto dai mutamenti climatici (invero tra le cause che spiegano l’afflusso di nuove specie), ma dalla presenza, fisica, dell’uomo. Un esempio, per le specie citate? Ferrari fa riferimento qui ancora alle sue osservazioni, riportate in un articolo di ‘Ficedula’ (N. 40). Il Martin pescatore fa il nido scavando nelle pareti di sabbia che trova lungo il greto del Brenno, anche per un metro circa di profondità; un po’ come fa il Corriere piccolo che depone le sue uova in piccole depressioni preparate sul greto del fiume del Brenno. Ecco però che la crescita di queste popolazioni, avverte Ferrari, è condizionata dai bagnanti che affluiscono sulle rive del fiume con l’inizio dell’estate, come da coloro che lasciano correre liberamente al fiume il cane, i quali, seppur inconsapevolmente, possono arrecare dei danni alla natura. Possibili accorgimenti? Il Cantone, scopriamo, sta vagliando, proprio in queste settimane, misure per tutelare meglio la zona. La ‘Bolla di Loderio’, ribadisce Ferrari, è inserita nell’Inventario federale delle zone golenali di importanza nazionale, va protetta: è una delle ultime ‘aree di riposo’ prima dell’attraversamento delle Alpi per molti migratori diretti a nord.

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